Un’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia ha portato alla luce un piano sofisticato del clan Fezza-De Vivo, attivo tra Pagani e l’Agro nocerino-sarnese, per l’importazione di cocaina dal Sud America. Secondo quanto emerge dalle intercettazioni e dall’analisi di telefoni criptati, la droga sarebbe dovuta arrivare in Italia nascosta in chicchi di caffè e cialde, per poi essere trasformata in sostanza pronta allo spaccio grazie all’intervento di un chimico.

Il piano del clan

L’obiettivo era individuare e acquisire una ditta di caffè da utilizzare come copertura per i carichi di droga. Non solo cocaina: il gruppo gestiva anche traffici di marijuana e hashish su larga scala, con contatti consolidati in Germania, Spagna e persino oltreoceano.

Giuseppe De Vivo e Giuseppe D’Auria, figure centrali del sodalizio, discutevano già nel 2020 di “nuovi contatti” per l’acquisto di sostanze a prezzi competitivi: cocaina a 7.500 euro al chilo e hashish a meno di 4 euro al chilo.

Arresti e traffici internazionali

Nel 2021, in Spagna, la Guardia Civil ha arrestato Francesco Pecoraro con 58 chili di marijuana, seguendolo in borghese fino al sequestro del carico. In un’altra operazione, un autotrasportatore era incaricato di trasportare 300 chili di hashish per conto del clan.

Gli investigatori hanno documentato anche un accordo tra De Vivo e un esponente della ’ndrangheta calabrese per l’acquisto di 100 chili di hashish, con pagamento da effettuare a Panama tramite un intermediario cinese.

Il giro d’affari

Gli episodi raccolti dimostrano la capacità del clan di muoversi con strutture organizzate e contatti internazionali. I carichi venivano smistati non solo a Pagani e nei comuni limitrofi, ma anche in altri territori campani, come Casal di Principe, dove un acquirente era pronto a pagare 45mila euro per 6 chili di hashish.

In alcuni casi, la vendita di grossi quantitativi avveniva in tempi rapidissimi: in un solo mese, il gruppo riuscì a piazzare 100 chili di droga, suscitando persino l’invidia di altri clan concorrenti.

Un’indagine ancora aperta

La DDA, insieme alle autorità francesi che hanno decriptato i telefoni degli indagati, ritiene che la strategia del clan Fezza-De Vivo rappresenti un salto di qualità nella gestione del narcotraffico locale, capace di coniugare rapporti internazionali e radicamento sul territorio. Le indagini sono tuttora in corso.