Una nuova disposizione legislativa, approvata dal Consiglio dei Ministri e recepita dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, ha introdotto un cambiamento radicale nel calendario scolastico italiano.

Da 200 a 250 giorni di scuola

L’articolo di legge che fissava in 200 giorni il minimo delle lezioni annue è stato abrogato e sostituito da una norma che porta la soglia a 250 giorni obbligatori.

La scelta è stata motivata con la necessità di allineare la scuola ai giorni lavorativi standard, che in Italia sono 250 su 365. Nel testo si legge che resteranno comunque «due giorni di sospensione a discrezione del Consiglio di Istituto per le festività locali», un margine pensato per non cancellare tradizioni come la festa di San Gennaro a Napoli.

Le reazioni dei sindacati e del mondo scolastico

La riforma ha immediatamente acceso il dibattito. I sindacati scolastici parlano di una decisione punitiva e annunciano mobilitazioni.

Studenti: temono una drastica riduzione delle vacanze estive e un sovraccarico di studio.

Insegnanti: contestano non solo l’aumento di 50 giorni di lezione, ma anche l’obbligo di seguire corsi di aggiornamento durante i giorni non lavorativi.

La posizione del Ministero

Il Ministero ha ribadito che la misura punta a ridisegnare la figura del docente, avvicinandola a quella di altri dipendenti pubblici. «Se un anno lavorativo è composto da 250 giorni, non si capisce perché i docenti debbano averne di meno» è la linea del governo.

Secondo l’esecutivo, studiare deve essere considerato un lavoro a tutti gli effetti: un impegno che, con più giorni di scuola, dovrebbe preparare meglio i giovani al mondo professionale.

Impatti sul turismo e sulla società

La riforma rischia di avere effetti collaterali anche sul settore turistico. Gli operatori di alberghi e stabilimenti balneari, in particolare lungo la costa napoletana, temono un crollo delle presenze estive per la riduzione del periodo di vacanza.

Diverso il punto di vista dei pensionati, che – liberi dai vincoli scolastici e lavorativi – sembrano essere gli unici a non subire contraccolpi dalla nuova norma.