Sempre più spesso le camere sono messe in affitto attraverso canali informali, promosse su pagine Instagram o in gruppi Facebook chiusi, con prenotazioni gestite direttamente via chat e pagamenti esclusivamente in contanti. In questi casi non è rilasciata alcuna ricevuta né effettuata la registrazione degli ospiti. Mancano la Scia, il codice identificativo nazionale e, soprattutto, i requisiti minimi di sicurezza previsti dalla legge.
I bed and breakfast irregolari sono finiti nel mirino dei carabinieri, che hanno intensificato i controlli sul territorio. Sull’isola d’Ischia, in particolare, dodici persone sono state denunciate perché non hanno comunicato l’identità degli alloggiati nelle proprie strutture. Nove delle abitazioni controllate si sono rivelate case private trasformate in alloggi turistici “in nero”, presentati come se fossero vere e proprie strutture ricettive.
Queste soluzioni low cost rappresentano un problema duplice: da un lato costituiscono concorrenza sleale nei confronti dei B&B regolari, dall’altro non offrono garanzie né tutele per i clienti, che si trovano a soggiornare in strutture prive di standard minimi di sicurezza e di trasparenza.