Dal 31 luglio 2025 è entrato in vigore lo stop definitivo ai nuovi contratti per medici e infermieri “gettonisti”, ossia professionisti esterni assunti tramite cooperative per sopperire alla carenza di personale nelle strutture sanitarie pubbliche. Il blocco, introdotto dal decreto approvato il 17 giugno 2025, riguarda la stipula e il rinnovo di nuovi contratti, ma non incide su quelli già attivi, che resteranno validi fino alla loro scadenza naturale.

Cosa cambia con il nuovo decreto
Il provvedimento rappresenta una svolta per il sistema sanitario nazionale e, in particolare, per la Regione Campania, dove l’uso dei gettonisti era diventato strutturale in molti reparti, soprattutto nei pronto soccorso. Secondo la SIMEU (Società Italiana di Medicina d’Emergenza-Urgenza), il 30% dei PS italiani si affida a questi professionisti, con punte che raggiungono l’80% in alcune strutture del Sud.

Come previsto dal decreto, l’uscita dei gettonisti sarà graduale:

42% dei contratti in scadenza entro 3 mesi

26% entro 6 mesi

32% entro un anno

Una misura necessaria, ma rischiosa
«Un fenomeno vergognoso e costoso», lo definisce Gianluca Giuliano, segretario nazionale di UGL Salute, pur ammettendo che la loro eliminazione immediata potrà generare forti criticità. Il ricorso a cooperative esterne è costato alla collettività oltre 2,1 miliardi di euro, secondo i dati dell’Autorità Nazionale Anticorruzione.

Le Regioni in difficoltà: rischio blocco nei servizi essenziali
Molte Regioni, Campania in primis, si trovano impreparate ad affrontare la fine del sistema dei gettonisti. «La vera emergenza – avverte Pierino Di Silverio, segretario nazionale di Anaao Assomed – non è tanto lo stop in sé, quanto la cronica carenza di organico strutturale. In piena estate, con ferie programmate e personale ridotto, aumentano i rischi di disservizi nei pronto soccorso».

Senza interventi rapidi e strutturali, si teme che le Regioni saranno costrette a chiedere deroghe al divieto, oppure a tornare a finanziare indirettamente le cooperative per evitare la paralisi dei servizi.

Quali sono le soluzioni?
UGL Salute propone una strategia concreta per superare l’emergenza:

Piano nazionale di rafforzamento degli organici

Adeguamento delle retribuzioni dei medici alla media europea

Maggiore attrattività della professione sanitaria pubblica

«Non possiamo fingere che l’uscita dei gettonisti non comporti conseguenze – conclude Giuliano –. Per anni hanno garantito la continuità assistenziale. È urgente avviare una strategia strutturale per rendere il sistema sostenibile».

Quanto costa un gettonista?
Il compenso medio per un medico gettonista si aggira attorno a 950 euro lordi per un turno di 12 ore, con una paga oraria che può raggiungere i 70–80 euro, molto superiore rispetto a quella dei medici ospedalieri dipendenti, spesso motivo di frustrazione e dimissioni.