A pochi metri dalla Motorizzazione Civile, tra via Argine e traversa Abbeveratoio, si estende da mesi una discarica a cielo aperto sotto il viadotto autostradale che collega Ponticelli e Barra, nel cuore di Napoli Est. L’area è diventata un deposito illegale di rifiuti speciali e pericolosi: fusti di pittura e vernici, pneumatici, mobili abbandonati, sacchi neri sospetti, elettrodomestici e persino lastre che potrebbero contenere amianto.
Una situazione critica che rappresenta un serio rischio ambientale e sanitario, con il pericolo concreto di roghi tossici, come già avvenuto in altre zone della periferia orientale di Napoli.
Verifiche completate, bonifica pronta ma ferma: manca l’ordinanza viabilistica
La Polizia Municipale ha completato la verifica dei passi carrai e trasmesso l’esito positivo all’ufficio tecnico della Sesta Municipalità, che ora è chiamato a emanare l’ordinanza viabilistica necessaria per consentire l’intervento.
Secondo quanto riferisce il consigliere municipale del PD Francesco Caporali, tutte le condizioni tecniche e operative per avviare la bonifica dell’area sono già state definite:
È disponibile il verbale tecnico;
Sono allocate le risorse economiche;
L’azienda Asia Napoli ha confermato la propria disponibilità operativa.
«Ma senza l’ordinanza – denuncia Caporali – nessun mezzo può intervenire. E intanto l’area resta una bomba ecologica sotto gli occhi di tutti».
Piano operativo dettagliato ma ancora bloccato
Il 26 giugno scorso, una riunione tecnica tra l’UO Attività Tecniche della Municipalità, la polizia locale, Asia Napoli e l’impresa Progest ha definito il piano di intervento in due fasi, articolate su dieci giornate lavorative, con chiusura del traffico dalle 6:30 alle 15:00, presenza di movieri, transenne, segnaletica e misure di sicurezza.
Il 16 luglio, per sollecitare lo sblocco della situazione, Caporali ha presentato un’interrogazione formale indirizzata a assessori, dirigenti tecnici, presidente della Municipalità e polizia locale.
«Una questione di giustizia sociale e salute pubblica»
«Qui non c’è solo una questione ambientale – conclude Caporali – ma anche di legalità e giustizia sociale. Napoli Est merita risposte, non attese infinite. Ogni giorno perso è un pericolo in più per la salute dei cittadini e per la dignità del nostro territorio».