Dopo cinque anni di processo, il tribunale monocratico di Roma ha emesso la sentenza di primo grado nei confronti di Adriano Panzironi, noto al grande pubblico per le sue teorie alimentari e per la conduzione del programma Life 120 Channel. Il giudice ha condannato Panzironi a 2 anni e 8 mesi di reclusione per esercizio abusivo della professione medica, accogliendo integralmente le richieste formulate dalla procura.
Accanto a lui, condannato anche il fratello gemello, Roberto Panzironi, a 1 anno e 4 mesi, per aver svolto un ruolo operativo e logistico all’interno del sistema illecito.
Le accuse: diete, prescrizioni e integratori venduti online
Secondo quanto emerso durante le indagini, Adriano Panzironi avrebbe fornito indicazioni dietetiche personalizzate e consigli su integratori alimentari, spacciando tali suggerimenti per trattamenti medici, pur non avendo alcuna abilitazione professionale.
Il meccanismo prevedeva un coinvolgimento diretto degli spettatori, attirati dalle trasmissioni televisive e dai contenuti diffusi attraverso i social. I contatti avvenivano via call center o tramite la pagina Facebook dell’imputato, portando spesso a vere e proprie “prescrizioni” non autorizzate.
Gli integratori promossi e venduti online contenevano sostanze quali melatonina, vitamine e metalli biologici, potenzialmente dannosi se assunti senza supervisione medica.
Il ruolo del fratello Roberto Panzironi
Roberto Panzironi, gemello di Adriano, è stato ritenuto corresponsabile per aver curato la stampa e la diffusione delle pubblicazioni considerate pseudoscientifiche, oltre ad aver fornito il supporto logistico e organizzativo all’intero sistema. La procura ha contestato un concorso morale e materiale nel reato.
Le parti civili e il risarcimento
Numerose le istituzioni costituite parte civile nel processo, tra cui gli Ordini dei Medici di Roma, Milano, Napoli, Venezia e l’Ordine dei Giornalisti del Lazio. In particolare, l’Omceo di Roma, rappresentato dall’avvocata Valeria Raimondo, ha ottenuto un risarcimento provvisionale immediatamente esecutivo di 20.000 euro.
Il presidente dell’Omceo Roma, Antonio Magi, ha espresso soddisfazione per la sentenza, sottolineando l’importanza di difendere la salute pubblica da pratiche scorrette:
«È necessario che chi propone diete e trattamenti nutrizionali abbia le competenze previste dalla legge. Quando questo non avviene, le conseguenze possono essere gravi».





