A partire da marzo 2025, i pensionati italiani noteranno alcune modifiche significative nei loro assegni mensili. Ecco un riepilogo delle principali novità:

1. Stop ai Conguagli Fiscali per il 2024
L’INPS ha comunicato la sospensione dei conguagli fiscali relativi all’anno 2024. Questo significa che eventuali debiti o crediti d’imposta non saranno più trattenuti o accreditati sugli assegni pensionistici a partire da marzo 2025.

2. Ritorno dell’Addizionale Comunale in Acconto per i Debitori IRPEF

Per i pensionati con debiti IRPEF, verrà reintrodotta l’addizionale comunale in acconto. Questa trattenuta sarà applicata direttamente sull’assegno pensionistico, in conformità con le disposizioni fiscali vigenti.

3. Incremento di 8 Euro per le Maggiorazioni Sociali dei Pensionati Fragili

I pensionati considerati “fragili” beneficeranno di un aumento di 8 euro nelle maggiorazioni sociali. Questa misura mira a sostenere economicamente le fasce più vulnerabili della popolazione pensionistica.

Dettagli sui Pagamenti di Marzo 2025
L’INPS, nella circolare numero 23 del 28 gennaio 2025, ha specificato le date di accredito per le pensioni di marzo:

Sabato 1° marzo 2025: per i titolari di conti correnti postali.
Lunedì 3 marzo 2025: per i correntisti bancari.
A partire da aprile 2025, l’accredito delle pensioni avverrà uniformemente il primo giorno di ogni mese, con alcune eccezioni dovute a festività:

Maggio: accredito il 2 maggio (poiché il 1° maggio è festivo).
Giugno: accredito il 3 giugno (il 1° è domenica e il 2 è festivo).
Novembre: accredito il 3 novembre (il 1° è festivo e il 2 è domenica).
Rivalutazione delle Pensioni per il 2025
Secondo l’articolo 2 del decreto interministeriale del 15 novembre 2024, le pensioni saranno rivalutate del 2,8% a partire dal 1° gennaio 2025. Questo adeguamento tiene conto della variazione dell’indice dei prezzi al consumo registrata nel periodo di riferimento. Per una pensione media di vecchiaia, ciò si traduce in un aumento di circa 40 euro mensili, portando l’importo a 1.489 euro.

Le fasce di rivalutazione sono così determinate:

100%: per trattamenti fino a quattro volte il minimo.
90%: per trattamenti tra quattro e cinque volte il minimo.
75%: per trattamenti superiori a cinque volte il minimo.
Queste misure sono state adottate per garantire il potere d’acquisto dei pensionati e sostenere le categorie più vulnerabili.