Torna l’incubo del racket a Casavatore, nell’area nord di Napoli. Nella notte tra martedì 31 dicembre e mercoledì 1 gennaio, almeno una decina di colpi di pistola sono stati esplosi contro le serrande di due negozi situati nel parco delle Acacie, in via Evangelista Torricelli. L’episodio, avvenuto presumibilmente durante il frastuono dei botti di Capodanno, sta facendo emergere inquietanti scenari legati alla criminalità organizzata.

La dinamica dell’episodio
Secondo le ricostruzioni fornite dai carabinieri della Stazione locale e della Compagnia di Casoria, gli aggressori hanno sparato a distanza ravvicinata, ad altezza uomo, contro i negozi che erano chiusi dai proprietari nel pomeriggio del 31 dicembre. L’intenzione era di riaprire dopo la pausa per Capodanno. Gli uomini dell’Arma hanno acquisito i filmati delle telecamere di videosorveglianza per ricostruire con precisione quanto accaduto.

Sul posto, i carabinieri hanno rilevato fori di proiettili nelle saracinesche e in alcune vetrine interne. Le indagini sono in corso e non si esclude alcuna pista, anche se l’ipotesi più accreditata è quella di un atto intimidatorio legato al racket.

Le possibili motivazioni: dal racket alla “mesata”

Tra le ipotesi principali emerge quella di un avvertimento da parte della camorra. Gli investigatori ritengono improbabile che si tratti di una semplice “bravata”, ma piuttosto di una mossa strategica per riaffermare il controllo sul territorio e sulle attività economiche. Non si esclude nemmeno che l’azione sia legata alla cosiddetta “mesata”, un’imposizione estorsiva destinata a sostenere i familiari dei carcerati affiliati ai clan.

Solo pochi giorni prima, il 22 dicembre, un ordigno era esploso davanti a un autonoleggio della zona, un episodio che potrebbe essere correlato a questa nuova intimidazione.

Il ruolo della camorra a Casavatore

Casavatore è da tempo considerata una base operativa di gruppi criminali come il clan Ferone, legato ai Pagano e con connessioni con altri clan della zona, come i Moccia di Afragola. La cittadina ha già vissuto momenti di crisi istituzionale, come nel 2017, quando il comune finì sciolto per infiltrazioni camorristiche.

Le relazioni semestrali della Direzione Investigativa Antimafia (DIA) confermano la persistente influenza della camorra nell’area nord di Napoli, con gruppi come la Vanella-Grassi e i Moccia che esercitano un controllo radicato su Casavatore e i territori limitrofi, tra cui San Pietro a Patierno e Secondigliano.