Il processo di primo grado contro il nuovo vertice del clan Di Lauro è iniziato con grande attenzione, coinvolgendo venti imputati eccellenti tra cui Vincenzo Di Lauro, la vedova di camorra Tina Rispoli e il marito neomelodico Tony Colombo. L’udienza di ieri ha visto otto dei venti imputati richiedere l’accesso al rito abbreviato, condizionato all’acquisizione di nuovi elementi di indagine, mentre i restanti dodici hanno optato per il rito abbreviato “secco”.
Accuse e Strategie: Dalle Attività Illecite all’Imprenditoria
Le indagini hanno svelato una vasta gamma di attività illecite gestite dal clan Di Lauro, tra cui traffico di stupefacenti, estorsioni e minacce ai familiari di collaboratori di giustizia. Tuttavia, un aspetto innovativo emerso è la “svolta imprenditoriale” del clan, che ha abbandonato in parte le operazioni di tipo militare per concentrarsi su attività imprenditoriali e finanziarie. Questo cambiamento di strategia è stato motivato dalla crescente difficoltà nel mantenere il controllo territoriale e nella gestione delle piazze di spaccio, a causa delle sanguinose faide con gli Scissionisti e i loro eredi.
Il clan Di Lauro ha investito significativamente nel settore delle aste giudiziarie immobiliari, utilizzando metodi intimidatori per influenzare i partecipanti e assicurarsi la vittoria nelle aste. Inoltre, è emerso un forte interesse nel contrabbando di sigarette, con il sequestro di un opificio dedicato a tale attività durante le indagini.
Il Processo e il Ruolo della Difesa
La retata che ha portato all’arresto di 27 persone, su un totale di 41 indagati, è scattata ad ottobre scorso. L’operazione è condotta dai carabinieri del comando provinciale di Napoli e dai Ros, sotto la coordinazione dei pm della DDA. L’indagine ha portato al sequestro di beni per un valore di 8 milioni di euro e ha messo in luce una serie di reati, tra cui il 416bis (associazione mafiosa), il concorso esterno in associazione mafiosa, turbativa d’asta, contrabbando di sigarette, estorsione aggravata e violenza privata.
Il giudice, nella prossima udienza fissata per la fine di settembre, scioglierà la riserva sulla richiesta di rito abbreviato “secco” e il collegio difensivo, composto tra gli altri dagli avvocati Antonio Abet, Carlo Ercolino, Andrea Imperato, Sergio Cola e Luigi Senese, inizierà a lavorare sui dettagli del caso. Il quadro emerso conferma quanto ipotizzato dagli analisti: il clan Di Lauro ha adottato una nuova strategia operativa, segnando una transizione dalla “vecchia” alla “moderna” camorra.
Ristrutturazione e Continuità Operativa
Le investigazioni hanno documentato la ristrutturazione organizzativa del clan Di Lauro tra il 2017 e il 2021, evidenziando una continuità con le indagini precedenti per la cattura del latitante Marco Di Lauro, arrestato il 2 marzo 2019. Questo processo rappresenta un importante passo nella comprensione delle nuove dinamiche interne al clan e dei cambiamenti nelle sue operazioni.