Negli ultimi giorni, si è diffusa l’indiscrezione di una possibile rimodulazione o addirittura dei tagli dell’Assegno Unico Universale per i figli, una misura fondamentale che sostiene oltre sei milioni di famiglie italiane e dieci milioni di figli. L’indiscrezione, riportata da Repubblica, ha sollevato preoccupazioni tra i cittadini, ma il governo ha prontamente smentito queste voci, ribadendo l’intenzione di non ridurre le risorse destinate a questa misura.

Le smentite del Governo
La premier Giorgia Meloni e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti hanno smentito categoricamente le voci di un taglio netto, utilizzando sia i social media che video ufficiali per rassicurare le famiglie italiane. Tuttavia, non si esclude la possibilità di qualche modifica alla misura, anche se il governo insiste che eventuali cambiamenti non saranno peggiorativi per tutti. La ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità, Eugenia Roccella, ha confermato che non verrà tolto un euro dall’Assegno Unico, mentre il Ministero dell’Economia ha definito l’ipotesi di tagli come “fantasiosa e senza alcun fondamento”.

Cosa potrebbe cambiare?
Secondo le indiscrezioni, una delle ipotesi sul tavolo riguarda la riduzione dell’assegno base di 57 euro per figlio, attualmente destinato alle famiglie che non presentano l’ISEE o che hanno un ISEE superiore a 45.000 euro. Le risorse così risparmiate potrebbero essere destinate a sostenere maggiormente le famiglie numerose o con figli disabili, favorendo una redistribuzione più equa.

Questi ritocchi potrebbero essere giustificati anche dalla procedura di infrazione aperta dall’Unione Europea contro l’Italia a causa del requisito di due anni di residenza richiesto agli stranieri per accedere all’Assegno Unico. Tale requisito è considerato discriminatorio e potrebbe essere sottoposto al giudizio della Corte di Giustizia UE. Il governo, quindi, potrebbe valutare delle modifiche per conformarsi alle normative europee.

Le posizioni politiche
Il dibattito politico intorno all’Assegno Unico è acceso. Da un lato, Lega e Forza Italia hanno etichettato le indiscrezioni come fake news, mentre le opposizioni criticano duramente l’esecutivo per la possibile scelta di ridurre i fondi destinati alle famiglie. Dall’altro lato, esponenti della maggioranza come Marco Osnato, presidente della Commissione Finanze della Camera, lasciano intendere che qualche modifica potrebbe effettivamente essere discussa, soprattutto in relazione alla procedura di infrazione europea e alla necessità di incentivare maggiormente la natalità e sostenere le famiglie numerose.

Le opinioni degli esperti
Massimo Bordignon, presidente del Forum per le Famiglie, ha difeso l’Assegno Unico, sottolineando che si tratta del primo strumento strutturale di questo tipo nella storia italiana. Bordignon ha proposto di investire eventuali risorse non distribuite per sostenere i figli maggiorenni, aumentando l’assegno per quelli tra i 18 e i 21 anni e prolungandolo fino ai 26 anni per coloro che sono ancora a carico e in formazione accademica o professionale.

Mentre il governo smentisce i tagli all’Assegno Unico Universale, il dibattito su possibili modifiche resta aperto. La misura, che vale circa 20 miliardi di euro l’anno, è cruciale per milioni di famiglie italiane. Qualsiasi cambiamento dovrà essere attentamente valutato per garantire che continui a sostenere efficacemente chi ne ha più bisogno, senza compromettere il sostegno alle famiglie meno abbienti o numerose.