La macchina per introdurre l’assegno di inclusione, il sostituto del Reddito di cittadinanza, è ormai pronta. L’ultimo ingranaggio è rappresentato dal decreto ministeriale, il quale, una volta ottenuto il via libera della Conferenza unificata, dovrà ancora ricevere il visto della Corte dei conti. Una volta completato questo passaggio, sarà possibile iniziare a presentare domande per ricevere l’assegno a partire da gennaio.

Le novità in arrivo sono significative e coinvolgono gli impegni che i beneficiari dovranno assumere per continuare a ricevere questo supporto finanziario.

Impegni dei Beneficiari

Coloro che riceveranno l’assegno dovranno firmare un “patto di attivazione digitale” sulla piattaforma Siisl. Questo patto includerà l’indicazione dei recapiti telefonici e delle mail, consentendo di ricevere comunicazioni dirette. Entro 120 giorni dalla concessione dell’assegno, i beneficiari dovranno presentarsi ai servizi sociali per aderire a un percorso personalizzato di inclusione sociale e lavorativa. L’omissione di questa visita comporterà la sospensione dell’assegno. Inoltre, è richiesto un aggiornamento ogni 3 mesi sull’andamento dei progressi compiuti. La mancata presentazione senza giustificato motivo comporterà la perdita del diritto all’assegno.

Per coloro che sono in grado di lavorare all’interno del nucleo familiare, è richiesto di stipulare un “patto per il lavoro” con i Centri per l’impiego. Le regole sono simili: l’accordo va firmato entro 120 giorni dalla richiesta dell’assegno e un aggiornamento trimestrale è obbligatorio per mantenere il beneficio. La mancata adesione comporterà la perdita dell’assegno.

Procedura di Domanda

Il decreto ministeriale chiarisce anche la procedura per presentare le domande e stabilisce chi può accedere al nuovo assegno. La richiesta può essere fatta solo tramite modalità telematica all’Inps, utilizzando la piattaforma Siisl, il nuovo sistema informativo dell’Inps. I patronati potranno assistere nella presentazione delle domande, mentre i Comuni potranno offrire supporto presso i servizi di segretariato sociale.

Chi ha Diritto all’Assegno?

La riforma indica chi può accedere al sussidio, concentrandosi sulle categorie considerate in “condizioni di svantaggio”. Il nuovo assegno può essere richiesto dai nuclei familiari che includono persone non attivabili al lavoro, come individui con disabilità, minori, ultrasessantenni e persone in svantaggio sociale.

Categorie Considerate

Il decreto definisce più dettagliatamente chi rientra nella categoria di “svantaggio sociale”. Questa include persone con disturbi mentali, disabilità fisiche e psichiche superiori al 46%, individui con dipendenze da alcol o gioco d’azzardo, vittime di genere, vittime di tratta, senzatetto, ex detenuti nel primo anno dopo la pena, e neo maggiorenni fuori dalla famiglia per decisione dell’Autorità giudiziaria.

Procedure e Importi

L’assegno di inclusione, un’integrazione del reddito familiare fino a euro 6.000 annui (o euro 7.560 annui in situazioni specifiche), sarà erogato suddividendo l’importo tra i componenti maggiorenni del nucleo familiare, ognuno con la propria carta su cui sarà caricata la somma di competenza.