La prima relazione dei Ros di Roma sul contenuto di pc, cellulari e tablet sequestrati ai due indagati Giosuè Ruotolo e Rosaria Patrone e ai loro familiari è pronta. Al setaccio tutte le conversazioni, gli scambi di messaggi via whatsapp e social, i profili Facebook, l’elenco delle chiamate, in particolare a ridosso della sera dell’omicidio e dell’iscrizione nel registro degli indagati di Ruotolo.

Il Messaggero Veneto spiega: «In questo quadro si inserisce anche il profilo anonimo su Facebook, dal quale sono partiti messaggi malevoli all’indirizzo di Teresa e Trifone. Profilo di cui gli inquirenti hanno appreso a Somma Vesuviana e del quale Rosaria Patrone, indagata per le ipotesi di reato di falsa testimonianza, favoreggiamento o istigazione all’omicidio, ha successivamente ammesso di esserne venuta a conoscenza ma in un’epoca successiva al delitto, peraltro da voci di seconda mano. Sul punto dovrà essere sentito anche Giosuè Ruotolo, indagato invece nella veste di esecutore del duplice omicidio».