Cavi, telecamere e motore elettrico del cancello d’ingresso del sito archeologico protostorico di Longola a Poggiomarino, la cosiddetta “Venezia della Preistoria”, risalente secondo millennio avanti Cristo, sono stati trafugati.
Il furto è stato scoperto durante i lavori per il depuratore del fiume Sarno. I ladri hanno causato un danno calcolato in oltre 80mila euro, distruggendo gli impianti tecnologici a difesa dei reperti della località Longola. Non è possibile stabilire quando sia avvenuto il furto che ha riguardato l’intero impianto elettrico. La scoperta è stata fatta giovedì scorso, ma solo ora se ne apprende la notizia. È stata la società Proget Automation a scoprire il danno. La Proget Automation è incaricata di eseguire la manutenzione settimanale agli impianti del sito archeologico di Poggiomarino che è sottoposto solo al controllo-monitoraggio delle telecamere, quelle rubate. Un controllo di routine settimanale degli impianti da parte della ditta di manutenzione è l’unica garanzia a difesa degli intrusi. Pertanto si può presumere che il furto sia avvenuto nell’arco temporale che intercorre tra la data del 13, giorno dell’ultima manutenzione degli impianti, e quella del 20 novembre.
I ladri non hanno rubato i reperti archeologici contenuti nei containers adibiti a deposito materiali, ma hanno smantellato la cabina elettrica portandosi via quadri elettrici, tutta la parte in rame, e i cavi elettrici dell’intero impianto di illuminazione. Rubate anche alcune telecamere e danneggiate altre.
Durante il saccheggio i ladri hanno anche manomesso l’impianto di antintrusione del deposito archeologico e razziati anche i video terminali delle telecamere che registravano l’area, una decina di fari alogeni, il motore elettrico del cancello d’ingresso al sito e il cavo di alimentazione.