Tonno a pinna gialla decongelato e adulterato, per esaltarne l’aspetto e il colore, con nitriti e nitrati, che rendevano il prodotto nocivo per la salute dei consumatori, o con sostanze contenenti alti livelli di istamina, un composto azotato che, se ingerito in grossi quantitativi, può provocare gravi reazioni, simili a quelli di un’allergia alimentare. A scoprire il meccanismo di alterazione di prodotti alimentari ittici sono stati i militari del Nas di Bari che questa mattina, assieme ad altri Nas del gruppo per la Tutela della Salute di Napoli, e con il supporto dei competenti comandi provinciali dei carabinieri, hanno eseguito 18 misure cautelari (11 ordinanze di custodia cautelare, di cui cinque in carcere e sei agli arresti domiciliari, cinque ordinanze di applicazione della misura del divieto di dimora e due dell’obbligo di dimora).
Sono emesse dal gip del tribunale di Trani a carico di imprenditori e dipendenti di aziende ittiche di Bisceglie, di una società di consulenza sulla sicurezza alimentare e di un laboratorio privato di Avellino, deputato alle analisi sul prodotto ittico.
Sono ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata, tra l’altro, all’adulterazione di sostanze alimentari, frode nell’esercizio del commercio e falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico. Le indagini, coordinate dalla procura di Trani, sono avviate nel giugno del 2021, a seguito di un’intossicazione alimentare patita da decine di persone in varie province del territorio nazionale (alcune delle quali ricoverate in ospedale, tra cui un’intera famiglia di Pezze di Greco di Fasano, in provincia di Brindisi), dopo il consumo di tonno a pinna gialla. È inoltre accertato che gli indagati avrebbero messo in commercio ingenti quantitativi di salmone congelato, che era venduto come fresco, o di preparazioni a base di pesce, lavorate in un’altra loro azienda, utilizzando prodotti ittici scaduti.