Via libera definitivo, con l’ok da parte del Senato, al decreto Superbonus, ovvero il decreto che dal 17 febbraio ha bloccato la possibilità di accedere, per superbonus e altri bonus fiscali, a sconto in fattura e cessioni del credito. Il passaggio in Parlamento ha prodotto diverse aggiunte al decreto, che nasce come un dl veramente snello, per introdurre nuove deroghe allo stop (da Iacp a onlus, zone sismiche, abbattimento di barriere architettoniche) e soprattutto sbloccare (o quantomento provare a farlo) i 19 miliardi di euro di crediti fiscali incagliati, facendo ripartire il mercato delle cessioni. Vediamo nel dettaglio le principali misure del decreto, che entro il 17 aprile dovrà essere formalmente convertito in legge e pubblicato in Gazzetta ufficiale.
STOP A CESSIONI E SCONTO IN FATTURA Dal 17 febbraio scorso, dunque dal giorno della sua entrata in vigore, il decreto ha bloccato la possibilità di usufuire dello sconto in fattura e della cessione del credito per gli interventi di ristrutturazione, efficienza energetica, sulle facciate, per l’installazione di colonnine. Salvi inizialmente solo gli interventi già deliberati, ad esempio, dall’assemblea di condominio e per cui fosse già presentata la Cila o, nel caso del sismabonus acquisto, fosse già presentata l’istanza per l’acquisizione del titolo abilitativo.
STOP CESSIONI A PA Lo stesso decreto ha previsto poi dall’inizio, e il punto non è modificato dal passaggio parlamentare, che le Pubbliche amministrazioni (compresi gli enti locali) non possano essere più cessionari di crediti fiscali da superbonus e altri bonus.





