La tragica morte di Veronika Kvas è un evento doloroso per la sua famiglia e per coloro che l’hanno conosciuta. La sua morte, avvenuta all’età di 42 anni a causa di un infarto, ha scatenato una serie di polemiche sulla gestione del caso da parte dei medici e sulle eventuali responsabilità. Il compagno di Veronika, Abedallatif E. O., ha sporto querela e ha raccontato la sua versione dei fatti ai carabinieri di Somma Vesuviana, sostenendo che la donna avrebbe potuto essere salvata se l’infarto fosse individuato in tempo. La donna si era infatti recata alla Clinica Trusso di Ottaviano per poi essere dimessa pur lamentando dolori al petto. A darne notizia è Il Mattino. Ucraina ma con una vita vissuta a Somma Vesuviana con il compagno aveva un figlio. L’indomani i dolori sono aumentati e Veronika faceva fatica a respirare. Inutile la corsa in ambulanza all’Ospedale del Mare dove la donna è morta.

La vicenda ha sollevato numerose domande sul funzionamento del sistema sanitario e sulla capacità dei medici di riconoscere i sintomi di un infarto e di intervenire tempestivamente. In particolare, il fatto che la donna sia stata dimessa con un referto che indicava solo “toracoalgia con vomito” solleva dubbi sulle modalità diagnostico-terapeutiche utilizzate. Alla Trusso, secondo quanto riporta Il Mattino, le avevano consigliato una visita cardiologica.