I dipendenti degli enti locali potrebbero beneficiare di un bonus una tantum di circa 2.500 euro e di incrementi mensili progressivi fino a 280 euro entro il 2027, se si concretizzerà l’ipotesi del cosiddetto doppio rinnovo dei contratti pubblici.

Il nodo del contratto 2022-2024

La trattativa riguarda soprattutto il comparto delle Funzioni locali (Regioni, Province, Comuni, Camere di commercio) e quello di Istruzione e Ricerca, ancora in sospeso nonostante la chiusura del contratto 2022-2024 in altri settori della pubblica amministrazione.

Le difficoltà si concentrano sugli enti locali, dove Cgil e Uil hanno finora respinto l’accordo sul triennio 2022-2024. Le risorse stanziate, pari a un aumento del 6%, vengono giudicate insufficienti rispetto a un’inflazione cumulata che ha superato il 14%.

L’ipotesi del doppio rinnovo

La soluzione allo studio prevede di anticipare una parte dei fondi già stanziati per il triennio 2025-2027, così da ridurre il divario tra i due rinnovi. In base alle simulazioni circolate:

una tantum di circa 2.500 euro;

aumenti mensili stimati in 190 euro già dal 2025;

incremento a 230 euro nel 2026;

fino a 280 euro a regime nel 2027.

Le criticità finanziarie

Anticipare le risorse future pone problemi di copertura di bilancio e rischia di incidere sul rapporto deficit/PIL. Per alleggerire la pressione sugli enti più deboli, il ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, ha proposto un fondo di perequazione da 100-150 milioni di euro, che andrebbe ad affiancare le misure del decreto-legge sulla PA.

Il confronto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) è in corso, e la definizione delle risorse definitive sarà rimandata alla prossima Legge di Bilancio.

La scadenza del 4 novembre

Una data cruciale è fissata per il 4 novembre, quando verrà certificata la nuova rappresentatività sindacale. Questo passaggio è indispensabile per avviare i negoziati ufficiali sul rinnovo contrattuale 2025-2027.

Se le firme dovessero arrivare in tempi ravvicinati, il 2025 potrebbe rappresentare una svolta significativa per oltre un milione e mezzo di dipendenti degli enti locali, con un miglioramento concreto delle retribuzioni.