Non si raggiungerà forse il livello di clamore suscitato dal Pulcinella di Michelangelo Pistoletto — opera che, tra ironia e polemiche, infiammò i social e l’opinione pubblica napoletana — ma anche Silent Hortense, la nuova installazione dell’artista spagnolo Jaume Plensa in piazza Municipio, sta facendo discutere.
Alta circa nove metri, la scultura in resina poliestere raffigura il volto sereno di una giovane donna, in parte coperto dalle mani. L’opera, che resterà visibile fino al 19 agosto, è un invito al silenzio: un gesto semplice e al contempo potente, in contrasto con l’ipercomunicazione del nostro tempo.
L’installazione si inserisce nel programma “Napoli Contemporanea”, promosso dal sindaco Gaetano Manfredi e curato da Vincenzo Trione, con l’intento di rafforzare l’identità contemporanea della città e valorizzare lo spazio pubblico attraverso interventi artistici site-specific.
Realizzata attraverso tecnologie digitali a partire da un modello reale, Silent Hortense richiama la purezza della statuaria antica, ma si inserisce con sensibilità nel paesaggio urbano, suggerendo introspezione e ascolto. Non è un caso, infatti, che Plensa abbia scelto Napoli, città notoriamente vocata alla comunicazione, per avviare un dialogo sull’importanza del silenzio individuale.
«L’arte deve creare emozione e dibattito. Se un’opera divide, vuol dire che ha colpito nel segno», ha dichiarato il sindaco Manfredi. «Con Silent Hortense proseguiamo il percorso di animazione culturale delle nostre piazze, affidandoci a grandi nomi dell’arte internazionale. È anche un modo per rendere vivi questi spazi e stimolare confronto tra cittadini e visitatori».
Anche l’artista ha sottolineato il valore simbolico del silenzio:
«Credo che l’arte debba porre domande. In un mondo che parla troppo, spesso senza dire l’essenziale, ho voluto offrire un’occasione di ascolto interiore. Napoli, con la sua energia comunicativa, è il luogo perfetto per questo invito personale al raccoglimento».
La scultura incarna molte delle caratteristiche distintive della ricerca di Plensa: la centralità della figura femminile, la relazione tra materia e spirito, tra spazio e comunità, tra visibile e invisibile. È un’opera che si colloca tra sogno e realtà, tra individualità e universalità, stimolando un’interazione silenziosa con lo spettatore.
Come ha osservato il curatore Vincenzo Trione:
«Silent Hortense ci invita a riscoprire il senso del silenzio, in una società invasa da parole spesso inutili. È anche un richiamo alla serietà del giudizio: prima di commentare, sarebbe opportuno riflettere».
L’opera è stata realizzata interamente a carico dell’artista, mentre il Comune di Napoli ha stanziato circa 150 mila euro per coprire i costi di trasporto, installazione e vigilanza dell’installazione, garantita 24 ore su 24.