Ennesimo episodio di violenza giovanile nel cuore del Salento. Un ragazzo di appena 16 anni, affetto da diabete e invalido al 100%, è stato brutalmente aggredito all’interno della sala d’attesa della stazione ferroviaria di Galatina, nella serata di mercoledì. A colpirlo selvaggiamente, con calci anche alla testa, sarebbe stato un branco composto da almeno cinque adolescenti, mentre altri giovani osservavano e filmavano la scena.
La “gang del bosco”: il video choc sui social
A documentare l’episodio un video scioccante registrato con uno smartphone da una ragazza, probabilmente la fidanzata di uno degli aggressori, che durante la ripresa si rivolge a lui chiamandolo “amò”. Nel filmato si sente la stessa voce femminile mettere in guardia il gruppo sulla possibile presenza di telecamere di sorveglianza in zona. I ragazzi si autodefiniscono “La gang del bosco”.
Nel video si contano almeno 9 giovani entrare nella stazione, ma il pestaggio sarebbe compiuto materialmente da cinque di loro.
L’aggressione: calci alla testa a un minorenne disabile
Il ragazzo aggredito ha 16 anni ed è affetto da una condizione di disabilità certificata. Nonostante la sua vulnerabilità, lo hanno picchiato con calci anche al volto, in un’aggressione brutale che ha scosso profondamente l’opinione pubblica.
Le forze dell’ordine sono intervenute immediatamente dopo la denuncia del fatto e, grazie anche alle immagini, sono già riuscite a identificare sei componenti della baby gang, tutti di età compresa tra i 15 e i 17 anni.
Ordine degli Psicologi: “Serve educazione emotiva nelle scuole”
A commentare il gravissimo episodio è intervenuto anche l’Ordine degli Psicologi della Puglia, che ha espresso vicinanza alla vittima e alla sua famiglia, sottolineando l’importanza di un intervento preventivo:
“I giovani, oggi più che mai, hanno bisogno di strumenti per riconoscere, comprendere e gestire le emozioni proprie e altrui. Scuole, famiglie, istituzioni devono essere luoghi sicuri di ascolto e di crescita, anche con il supporto di psicologi scolastici ed educatori”.
L’appello è rivolto a tutte le istituzioni, educatori e famiglie per costruire insieme un percorso culturale fondato sul rispetto, l’empatia e la solidarietà.