Un detenuto di 32 anni, di nazionalità algerina, si è tolto la vita all’interno del carcere di Poggioreale a Napoli. L’uomo si è impiccato nel bagno della sua cella utilizzando un lenzuolo intrecciato. Il suicidio è avvenuto in una stanza condivisa con altri cinque detenuti, in condizioni igienico-sanitarie critiche.

Secondo quanto riportato dal Garante campano delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Samuele Ciambriello, il detenuto si chiamava Harar e si trovava a Poggioreale da un paio di mesi, dopo essere stato trasferito dal carcere di Benevento. Nei giorni precedenti alla tragedia, aveva ricevuto la notifica di una nuova condanna, circostanza che potrebbe aver aggravato il suo stato psicologico.

Una situazione critica nelle carceri italiane
L’episodio di Poggioreale si inserisce in un quadro allarmante: 23 suicidi si sono verificati dall’inizio dell’anno nei penitenziari italiani, con 378 tentativi di suicidio. In Campania, il carcere di Poggioreale ha registrato due suicidi e otto tentativi solo nel 2024. Inoltre, un altro suicidio si è verificato nella Rems di San Nicola Baronia.

Secondo Ciambriello, il problema è strutturale e si trascina da decenni. Le cause principali includono:

Carenza di personale della Polizia Penitenziaria, con turni notturni che vedono un solo agente per due piani;

Mancanza di supporto psicologico e sociale, con detenuti privi di figure di ascolto;

Condizioni di detenzione inadeguate, con celle sovraffollate e scarse condizioni igieniche;

Assenza di spazi per la socialità e attività trattamentali, che costringono i detenuti a trascorrere fino a 20 ore al giorno chiusi in cella.

Il Garante ha sottolineato come, nonostante il problema sia noto da tempo, la politica continui a concentrarsi sulla costruzione di nuove carceri, senza affrontare le condizioni di vita nei penitenziari già esistenti.

Un problema che richiede soluzioni urgenti
Il suicidio di Harar è solo l’ultimo caso di una crisi che si sta aggravando. Il sovraffollamento, la mancanza di personale e l’assenza di supporto psicologico rappresentano fattori di rischio che necessitano di interventi immediati.