L’ex sindaco di Giugliano in Campania, oggi consigliere comunale, Antonio Poziello è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP di Napoli, con l’accusa di corruzione e collusione con la camorra. L’inchiesta, condotta dal ROS e dalla DDA di Napoli, ha fatto emergere un presunto patto elettorale tra Poziello e il clan Mallardo, guidato da Domenico Pirozzi, detto Mimì ‘o pesante.
Le accuse: voto di scambio e corruzione
Secondo le indagini, Poziello avrebbe pagato 10mila euro a Francesco Mallardo, detto ‘o marmularo, figura di vertice del clan, in cambio di voti per le elezioni comunali del 20 e 21 settembre 2020. In cambio, l’ex sindaco avrebbe promesso appalti e favori alle imprese legate alla cosca, in caso di rielezione.
Non si tratta dell’unico episodio contestato: Poziello, insieme ad altri indagati, è accusato di turbativa d’asta in relazione a interventi di manutenzione di immobili comunali e lavori stradali per il collegamento alla base NATO di Giugliano.
Gli altri indagati e l’episodio del fast food
L’operazione ha portato all’arresto di Andrea Abbate, detto zio Andrea, ritenuto intermediario tra il clan e l’amministrazione comunale.
Sono posti agli arresti domiciliari:
Giulio Di Napoli, ex assessore con deleghe strategiche;
Filippo Frippa, dirigente del settore assetto del territorio (dal 2017 al 2020);
Ferdinando Cacciapuoti, amministratore di una società.
A questi ultimi, insieme a Poziello, è contestato un episodio di corruzione legato al rilascio di un permesso per costruire un complesso commerciale di una nota catena di fast-food. L’accusa sostiene che, in cambio del via libera al progetto, gli indagati avrebbero ricevuto denaro, voti e un’Audi Q3. Tuttavia, lo scioglimento della giunta comunale avrebbe bloccato il perfezionamento dell’accordo.
Giugliano e le infiltrazioni mafiose
Il Comune di Giugliano era già sciolto per infiltrazioni mafiose nell’aprile 2013. Secondo la Prefettura di Napoli, il 30% dei dipendenti comunali risultava coinvolto in provvedimenti giudiziari o segnalazioni della polizia, con numerosi legami di parentela con esponenti del clan Mallardo.
Le indagini attuali si basano anche sulle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, tra cui Giugliano Pirozzi, che hanno rivelato come diverse amministrazioni fossero condizionate dalla camorra.





