In Italia, la bassa natalità è diventata una questione di cruciale importanza facendo così scattare diversi bonus mamme di cui ne arriva uno nuovo. Secondo i recenti dati ISTAT, il Paese sta attraversando un preoccupante calo demografico, con conseguenze significative per il futuro economico e sociale. Per affrontare questa emergenza, l’attuale Governo, insieme ai precedenti, ha lanciato diverse iniziative volte a sostenere le famiglie italiane e incentivare le nascite.

Una delle principali misure introdotte è il nuovo Bonus Mamme 2024, previsto dalla Legge di Bilancio 2024. Questo incentivo, gestito dall’INPS, offre l’esonero della contribuzione previdenziale per le madri lavoratrici con almeno tre figli, di cui uno minorenne. L’esonero può raggiungere un massimo di 3.000 euro annui sui contributi trattenuti in busta paga, rappresentando un sostegno economico importante per molte famiglie.

Il nuovo Bonus Mamme 2024 è destinato a diverse categorie di lavoratrici dipendenti, sia del settore pubblico che privato, comprese quelle del settore agricolo. L’incentivo è accessibile a chi è assunta con contratti a tempo indeterminato, part-time, di somministrazione o apprendistato. Significativamente, l’accesso al contributo non è vincolato al rispetto di specifici requisiti ISEE, ampliando così la platea delle beneficiarie.

Tuttavia, i dati registrati dall’INPS indicano che, nei primi sei mesi dall’introduzione della misura, solo poco più della metà delle lavoratrici dipendenti con contratto a tempo indeterminato ha presentato domanda per l’esonero completo dai contributi previsti dal bonus mamma. Questo insuccesso parziale è legato, presumibilmente, alla sovrapposizione con il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti con un reddito annuo non superiore a 35.000 euro, misura che non è cumulabile con il bonus mamma.

Per le madri con due figli, il nuovo bonus mamme assume un carattere sperimentale, garantito per i periodi di paga dal 1° gennaio al 31 dicembre 2024. Le lavoratrici interessate devono presentare domanda al proprio datore di lavoro, fornendo il numero dei figli, il codice fiscale e un’autocertificazione.

Oltre al Bonus Mamme, l’ultima Legge di Bilancio ha confermato anche il congedo parentale all’80% nel primo mese e ha introdotto un secondo congedo, utilizzabile dalla madre o dal padre entro i primi sei anni di vita del bambino. Questo ampliamento delle misure di congedo parentale rappresenta un ulteriore tentativo di sostenere le famiglie e facilitare la conciliazione tra vita lavorativa e familiare.

Nonostante gli sforzi del Governo, il problema della bassa natalità in Italia rimane una sfida complessa. È necessario continuare a sviluppare politiche efficaci che incentivino le nascite e supportino le famiglie, garantendo al contempo una crescita economica sostenibile e un futuro stabile per il Paese.