Il recente suicidio di un giovane di 21 anni nella prigione di Paola è un doloroso promemoria di una crisi silenziosa e spesso ignorata: il dramma dei suicidi nelle carceri italiane. Le parole di Irene Testa, tesoriera del Partito Radicale e garante delle persone private della libertà della Regione Sardegna, mettono in luce una realtà sconvolgente e inaccettabile: “Nelle carceri del nostro Paese esiste la pena di morte. Quella inflitta a chi è privato della libertà. Quella inflitta a ragazzi spesso malati di dipendenze e disagi psichiatrici.”

Una Strage Silenziosa
Secondo i dati riportati, dall’inizio dell’anno, 49 detenuti si sono tolti la vita nelle carceri italiane. Questo numero allarmante rappresenta una strage silenziosa che continua a verificarsi nella totale indifferenza delle istituzioni. Il caso più recente riguarda un giovane originario di Salerno che, con una condanna che sarebbe terminata nel maggio 2027, ha deciso di impiccarsi nella doccia della sua cella.

La Crisi delle Carceri Italiane
Le parole di Testa sono un’accusa diretta e potente: “Giorgia Meloni dovrebbe sapere che per governare bene un Paese, occorre occuparsi anche delle sue carceri.” Le carceri italiane, sovraffollate e spesso in condizioni degradanti, sono diventate una trappola mortale per molti giovani detenuti, in particolare quelli con problemi di dipendenze e disagi psichiatrici. Questi individui, già vulnerabili, trovano nelle carceri un ambiente che peggiora ulteriormente il loro stato mentale, piuttosto che offrire supporto e riabilitazione.

Un Appello al Governo
Il richiamo di Testa è chiaro e urgente: “Occorre occuparsi anche del disagio sociale che esiste e non può essere risolto semplicemente rinchiudendo la gente in galera.” Il governo deve affrontare il problema alla radice, implementando misure che mirino alla prevenzione e al trattamento delle dipendenze e dei disturbi mentali, piuttosto che ricorrere esclusivamente alla reclusione.