Quando un pensionato riceve una comunicazione dall’INPS che richiede la restituzione di somme indebite percepite, è importante valutare attentamente la situazione e agire di conseguenza. Di seguito sono riportati alcuni punti da considerare: Origine dell’errore: È essenziale capire se l’errore è dovuto all’INPS o al pensionato stesso. Se l’errore è imputabile all’INPS, le somme richieste potrebbero non essere dovute al rimborso. Tuttavia, se l’errore è causato dal pensionato, anche involontariamente, l’INPS ha il diritto di richiederne la restituzione.
Comunicazioni mancanti: Le richieste di restituzione spesso derivano da comunicazioni mancanti o incomplete fatte dal pensionato all’INPS, relative a fattori che influenzano il calcolo dell’importo erogato. È fondamentale che il pensionato fornisca tutte le informazioni necessarie all’INPS per evitare errori nel calcolo della pensione.
Cause dell’errore: Le cause dell’errore possono includere omissioni nel comunicare redditi, cambiamenti nelle condizioni familiari o altre informazioni rilevanti per il calcolo della pensione. È importante essere consapevoli di queste cause e assicurarsi di comunicare correttamente tutte le informazioni all’INPS.
Azione legale: Se si ritiene che l’errore sia imputabile all’INPS e si desidera contestare la richiesta di restituzione, è possibile intraprendere un’azione legale contro l’istituto. Tuttavia, è necessario essere sicuri di avere prove sufficienti per dimostrare che l’errore è effettivamente imputabile all’INPS.
Rateizzazione del pagamento: Se il pensionato è impossibilitato a restituire l’intero importo in una volta sola, è possibile richiedere un piano di rateizzazione del pagamento. L’INPS può concordare modalità di pagamento rateale per facilitare il rimborso delle somme indebite.





