Una nuova iniziativa è introdotta per sostenere le donne vittime di violenza e favorirne l’autonomia economica attraverso l’assunzione presso aziende private. Il bonus anti-violenza, che può raggiungere fino a 666 euro al mese, è istituito per incentivare le imprese a offrire opportunità lavorative alle donne che hanno subito violenze. La circolare dell’Inps ha fornito istruzioni dettagliate su come applicare questa misura, prevista dalla legge di Bilancio. La finalità principale è quella di promuovere l’autonomia delle donne che, purtroppo, hanno subito episodi di violenza, offrendo loro un percorso di integrazione lavorativa e sociale.
Dettagli sulla Misura
Le imprese private che assumono donne disoccupate vittime di violenza, e che sono beneficiarie del “Reddito di Libertà”, potranno godere di un esonero dei contributi previdenziali fino al 100%, fino a un massimo di 8.000 euro. Questa agevolazione sarà valida nel triennio 2024-2026.
La circolare dell’Inps specifica che l’esonero dei contributi sarà concesso per due anni nel caso di assunzione con contratto a tempo indeterminato. Inoltre, sarà possibile ottenere l’esonero anche per contratti a tempo determinato, con una durata massima di 12 mesi.
A Chi Spetta il Bonus
Le beneficiarie di questa misura sono le donne residenti in Italia, cittadine italiane o comunitarie, o cittadine di Stati extracomunitari in possesso di regolare permesso di soggiorno. Le donne devono essere seguite da centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni e dai servizi sociali, e devono essere in percorsi di fuoriuscita dalla violenza.
Dettagli sull’Erogazione del Bonus
Il bonus anti-violenza può arrivare fino a 666 euro al mese, ed è destinato alle donne che sono disoccupate e che percepiscono il Reddito di Libertà. L’esonero contributivo si applicherà anche ai contratti a tempo determinato, ma con una durata massima di 12 mesi.
È importante sottolineare che l’esonero della contribuzione datoriale è soggetto a determinati limiti di spesa, che variano negli anni a venire.