Un uomo di 66 anni di Foggia si trova al centro di una vicenda incredibile e kafkiana con l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS). Nonostante risulti vivo e vegeto, il pensionato è erroneamente dichiarato morto nel database dell’INPS dal 1 dicembre 2023, creando una serie di complicazioni finanziarie e burocratiche che lo hanno lasciato in una sorta di limbo amministrativo. Dopo essere erroneamente segnalato come deceduto, il pensionato ha affrontato una serie di problemi con il suo emolumento pensionistico. Sebbene i funzionari dell’ente abbiano affermato di aver risolto la situazione per quanto riguarda il pagamento delle pensioni di gennaio e febbraio 2024, la mensilità di marzo rimane congelata e non ancora accreditata sul suo conto.
Le parole del pensionato rivelano la sua frustrazione e confusione di fronte a questa situazione incredibile: “Ho comunicato all’istituto di credito presso cui ho spostato il mio conto che il problema era superato e che di lì a poco avrebbero accreditato la pensione. Cosa che ad oggi non è invece avvenuta.”
Inoltre, la reversibilità della pensione di sua moglie, deceduta nel novembre scorso, non è ancora erogata, poiché lui risulta erroneamente “morto” nei registri dell’INPS.
Una lettera ricevuta dal pensionato dall’INPS conferma che non dovrà restituire le pensioni di gennaio e febbraio, ma l’oggetto della missiva è alquanto surreale: “decesso non avvenuto”. Questo termine paradossale evidenzia l’assurdità della situazione, derivante da un problema informatico che ha scatenato una serie di conseguenze drammatiche per il pensionato e la sua famiglia.