L’INPS ha deciso di rinviare gli aumenti sulle pensioni, derivanti dal taglio dell’Irpef, almeno fino ad aprile. La riforma fiscale, attuata con il decreto legislativo n. 216 del 2023, ha portato a un accorpamento della seconda aliquota dell’Irpef al 23%, vantaggio già in vigore per lavoratori dipendenti e autonomi dal gennaio di quest’anno. Tuttavia, l’adeguamento dei cedolini da parte dell’Istituto di previdenza ha subito ritardi, causando il versamento di importi superiori rispetto alle nuove disposizioni.
Attualmente, la trattenuta dell’Irpef segue gli stessi scaglioni del 2023, con aliquote del 23%, 25%, 35%, e 43%, applicate a redditi variabili. Inizialmente previsto un risparmio annuo fino a 260 euro per i lavoratori, la situazione sarà rettificata ad aprile, quando si prevede che avvenga l’aggiornamento dei cedolini.
Le detrazioni per i redditi da pensione, che contribuiscono a ridurre l’Irpef dovuta, variano in base alla fascia di reddito:
Reddito inferiore a 8.500 euro: detrazione di 1.955 euro, corrispondente all’intero importo dell’Irpef dovuta, determinando una “no tax area” per chi rientra in questa fascia.
Tra 8.501 e 28 mila euro: detrazione calcolata attraverso una specifica formula.
Reddito compreso tra 28.001 e 55 mila euro: detrazione anch’essa calcolata attraverso una formula specifica.
Ad aprile, con il pagamento dell’assegno pensionistico, si effettuerà un conguaglio per i mesi precedenti, con il riconoscimento degli arretrati. Ciò comporterà un massimo di 83 euro di arretrati con il cedolino di aprile. Il nuovo schema di tassazione dell’Irpef per le pensioni vedrà tre aliquote, rispettivamente del 23%, 35%, e 43%, offrendo un sollievo fiscale per i pensionati.