La morte di Caterina Giovinazzo, ottantottenne che ha lottato per la vita dopo aver ricevuto una bolletta dell’acqua spaventosamente alta, ha segnato un epilogo doloroso per una vicenda che ha sconvolto la sua famiglia e scosso l’opinione pubblica. La donna è deceduta la Vigilia di Natale presso l’ospedale Borea di Sanremo, dove era ricoverata in condizioni gravissime a seguito di un malore causato dallo shock di dover affrontare una bolletta dell’acqua straordinariamente salata: un incredibile importo di oltre 15.000 euro.

I fatti risalgono agli inizi di dicembre, quando Caterina, affidandosi al servizio di rifornimento idrico offerto dal gruppo Iren, ha scoperto di dover affrontare una spesa spropositata di 15.339 euro. La notizia ha scosso profondamente l’anziana che, sconvolta dall’assurdità della cifra, ha avvertito un malore che ha richiesto il suo immediato ricovero in ospedale.

Una circostanza ancor più scioccante è emersa: la banca della donna aveva autorizzato il pagamento di metà dell’incredibile somma richiesta. Questo evento ha contribuito al peggioramento delle condizioni di salute di Caterina, già sotto choc per la bolletta ricevuta.

Le indagini condotte dai familiari, dopo l’insorgere di questo terribile evento, hanno portato a una spiegazione da parte del gruppo Iren, che ha ammesso, presentando scuse, che si è trattato di un errore nella lettura del contatore. La società ha spiegato che la fattura era calcolata su una foto-lettura scorretta, causando un’evidente discrepanza nella cifra richiesta.