Il nuovo governo Meloni ha presentato la seconda manovra economica, focalizzandosi su lavoro, pensioni e sostegno alle famiglie con un investimento complessivo di circa 28 miliardi di euro. Questa manovra si concentra su diverse aree chiave, privilegiando i redditi più bassi, incentivando la natalità e mantenendo un focus sulla sanità e sui contratti della Pubblica Amministrazione (PA). Le misure principali prevedono un taglio del cuneo fiscale e una revisione dell’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (Irpef) a tre aliquote. Il taglio del cuneo fiscale, iniziato a luglio, ridurrà l’imposizione fiscale per i redditi fino a 35.000 euro (6 punti percentuali in meno) e fino a 25.000 euro (7 punti percentuali in meno). Questa riduzione non si applicherà alle tredicesime mensilità e sarà finanziata solo per il 2024.
L’innovazione riguarda anche la nuova struttura dell’Irpef, passando da quattro a tre aliquote e combinando i primi due scaglioni (l’aliquota del 23% sarà applicata sui redditi fino a 28.000 euro). Secondo le previsioni del Tesoro, l’effetto combinato di cuneo fiscale e Irpef potrebbe incrementare fino a 1.298 euro l’anno nelle buste paga dei dipendenti.
Sul fronte delle pensioni, si prevede il ritorno alla cosiddetta Quota 103, mantenendo i requisiti di 62 anni di età e 41 anni di contributi. Tuttavia, l’assegno pensionistico sarà ricalcolato utilizzando il metodo contributivo, con un tetto massimo mensile di circa 2.250 euro. Si stima che nel 2024 questa misura possa consentire la pensione anticipata a circa 17.000 persone.
Altri provvedimenti riguardano l’Ape sociale, il cui requisito di accesso sale a 63 anni e 5 mesi. Anche l’Opzione donna subisce restrizioni, aumentando l’età minima da 60 a 61 anni, ma con la possibilità di uno sconto sull’età di un anno per figlio fino a un massimo di due.
Durante i dibattiti al Senato, sono apportate correzioni al taglio delle pensioni per il personale sanitario, gli enti locali, gli uffici giudiziari e i maestri. Verranno mantenuti i diritti acquisiti entro il 31 dicembre 2023, e le pensioni di vecchiaia non subiranno modifiche, mentre rimarranno penalizzate quelle anticipate. Tuttavia, medici e infermieri potrebbero vedere attenuate le riduzioni pensionistiche se ritardano il pensionamento e potranno rimanere in servizio ospedaliero fino a 70 anni.