Il bonus Renzi, noto anche come bonus 100 euro in busta paga, è stato un trattamento integrativo introdotto con soglie di reddito vigenti dal 1° gennaio 2022. Si è rivelato una sorta di sorpresa quando il nuovo governo ha deciso di confermare questo bonus, offrendo una sorta di continuità rispetto alle disposizioni precedenti. Questo bonus è anticipato dal datore di lavoro direttamente in busta paga, ma con alcune condizioni legate alle soglie di reddito annuo. La sua effettiva assegnazione è determinata alla fine dell’anno corrente, quando i redditi del datore di lavoro diventano effettivamente calcolabili alla chiusura di dicembre, permettendo così di scoprire se le 12 mensilità del bonus sono effettivamente spettanti a livello fiscale.

In pratica, con il conguaglio di fine anno, potrebbe emergere la necessità di restituire il bonus di 100 euro al mese per coloro che lo hanno ricevuto in busta paga. Tuttavia, non è detto che il rimborso sia l’unica opzione: potrebbe anche risultare che un lavoratore non abbia usufruito completamente degli importi a lui spettanti. In questo caso, potrebbe avere diritto a una somma aggiuntiva pari alla differenza tra quanto ha già percepito e quanto avrebbe dovuto ottenere. Questo potrebbe significare un pagamento aggiuntivo fino a 1.200 euro in una sola soluzione, come integrazione al suo reddito.

Per comprendere se si ha diritto a questo beneficio, è fondamentale esaminare attentamente le fasce reddituali stabilite. Queste fasce sono delineate come criterio di riferimento per beneficiare dell’integrazione reddituale, mirata a supportare i bisogni quotidiani dei lavoratori.