Nel Lodigiano, l’ombra di una truffa massiccia si è materializzata con la recente confisca da parte della Guardia di Finanza di beni per un valore di 664mila euro appartenenti al cosiddetto “Mago Candido” e al suo entourage. Questo evento segue un patteggiamento che ha condannato il mago a una pena di 4 anni e 4 mesi per truffa aggravata, coinvolgendo oltre 400 vittime che, alla fine, hanno subito un danno stimato di 3 milioni di euro.
Le storie delle vittime dipingono un quadro di inganni avvolgenti e promesse irrealizzabili. Una vedova riminese si è vista sottrarre la somma più cospicua, 356mila euro, convinta che la sua vita fosse in pericolo imminente e che il genero le arrecasse negatività. Tra le storie si intravede il dramma di una famiglia che, persuasa dai consigli del mago, ha intrapreso riti esoterici per guarire la figlia dalla dislessia, o individui convinti di poter comunicare con l’aldilà.
Uno dei racconti più struggenti è quello di una pensionata emiliana, 78 anni, la cui vulnerabilità è sfruttata con abilità. Dopo aver visto il mago in televisione e aver contattato il suo servizio, è finita manipolata psicologicamente fino a temere per la sua incolumità e quella dei suoi cari. Le richieste di denaro erano presentate come “lavori necessari” per allontanare il malocchio, con minacce velate di sventure in caso di rifiuto. La donna, spinta dalla paura, ha ceduto 16.800 euro senza denunciare l’accaduto, vittima di un inganno che ha sfruttato la sua debolezza emotiva.
La truffa ha infettato ogni strato sociale: persino una donna ben istruita di Bolzano, alla ricerca di stabilità amorosa, è stata ingannata e ha trasferito oltre centomila euro al mago. La sua cultura non è stata un baluardo contro la persuasione, e si è ritrovata coinvolta in riti inefficaci e onerosi, venduti come soluzione ai suoi problemi sentimentali.
Questi racconti rivelano una dura verità: la truffa non conosce confini di istruzione o status sociale. Il magnetismo delle promesse e la manipolazione emotiva hanno spinto molte vittime in un vortice di speranze infrante e finanze dilapidate. La tragica sottolineatura di questa storia è il basso numero di denunce, solo quattro su oltre 400 casi rilevati. La vergogna o la paura impediscono a molte vittime di alzare la voce e cercare giustizia.