Il taglio del cuneo fiscale, un’importante misura voluta dal governo guidato da Meloni e inserita nella manovra con un intervento di circa 10 miliardi di euro, mira a sostenere le buste paga degli italiani con un reddito inferiore a 35.000 euro lordi. Tuttavia, secondo l’ultima bozza della legge di bilancio, questa azione non avrà effetti sulle tredicesime. Si spiega che, riguardo all’esonero parziale dei contributi previdenziali a carico dei lavoratori dipendenti, sarà riconosciuto un esonero senza impatto sul rateo della tredicesima. Tale esonero sarà relativo alla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore, pari al 6% a condizione che la retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non superi l’importo mensile di 2.692 euro, al netto del rateo della tredicesima.
In aggiunta, il taglio del cuneo fiscale sarà aumentato di un punto percentuale nel caso in cui la retribuzione mensile, per tredici mensilità, non superi i 1.923 euro, al netto del rateo della tredicesima. Si sottolinea che, considerando la straordinarietà di questa misura, non sarà modificata l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche.
Inizialmente, l’ipotesi di ridurre il cuneo fiscale anche sulle tredicesime nel 2024 era presa in considerazione dal governo, ma già all’inizio della scorsa estate l’idea era accantonata per ragioni di ordine finanziario.
In pratica, con la prossima manovra, Palazzo Chigi si appresta a confermare l’orientamento delineato con il decreto lavoro, approvato nel maggio scorso: il taglio del cuneo fiscale di 4 punti per i redditi fino a 35.000 euro.
A questo sgravio si aggiunge il rifinanziamento del taglio del 2% introdotto dal governo Draghi fino ai 35.000 euro e del 3% fino a 25.000 euro. Questa combinazione di interventi produrrà, anche per il prossimo anno, un aumento delle retribuzioni fino a un massimo di 100 euro.
Secondo i calcoli della CGIA, per gli stipendi fino a 25.000 euro lordi, il taglio del cuneo del 7% comporterà un aumento dello stipendio di circa 70 euro al mese. Per le retribuzioni da 25.000 a 35.000 euro lordi, la riduzione si attesterà al 6%, con un aumento previsto in busta paga di circa 90 euro mensili.