L’andamento dei prezzi dell’energia e dei carburanti sta causando crescenti preoccupazioni nei consumatori, che si ritrovano ad affrontare costi più elevati rispetto a un anno fa. Mentre il costo del petrolio greggio non è paragonabile a quello dell’anno precedente, i prezzi della benzina, dell’elettricità e del gas sono in costante aumento, portando a un senso di déjà vu che sembra rimandare al 2022. Tuttavia, nonostante le tensioni legate alla guerra in Ucraina abbiano influenzato le quotazioni del metano, sembra che tali pressioni si stiano gradualmente attenuando.
L’attenzione è ora focalizzata sulla possibile risalita dei prezzi, evidenziata da indicatori come l’indice Igi (Italian Gas Index), che è salito a 40,12 euro al megawattora, superando i 34,43 euro/mwh di ieri. Anche il prezzo medio di acquisto dell’energia elettrica (Pun) ha registrato un significativo incremento nell’ultima settimana, superando i 100 euro, attestandosi a 105,97 euro al megawattora con un aumento del 10% rispetto alla settimana precedente.
La situazione nei distributori di carburante non è meno preoccupante. Il prezzo della benzina sta toccando livelli superiori ai due euro al litro, suscitando polemiche riguardo alla possibile speculazione dei prezzi che colpisce specialmente chi è in viaggio durante le vacanze estive. Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, ha definito questa situazione come una speculazione evidente che danneggia i viaggiatori.
La realtà dei dati è ancora più sconcertante. In soli tre mesi, da maggio a oggi, il costo di un pieno di benzina è aumentato di 7 euro, mentre per il gasolio il costo aggiuntivo supera i 10 euro. Ciò è in netto contrasto con l’andamento delle quotazioni del petrolio che, rispetto all’inizio dell’anno, sono salite solo dell’1%, mentre i prezzi alla pompa sono aumentati in media del 7%.
Gli esperti di settore e le organizzazioni dei consumatori sono allineati nel criticare l’elevato livello dei prezzi dell’energia e dei carburanti. I prezzi attuali sono giudicati irragionevoli e difficilmente giustificabili, nonostante fattori come la diminuzione della produzione petrolifera americana e le decisioni dell’OPEC.
L’impatto finanziario su una famiglia media è significativo. Calcolando una media di due pieni di benzina al mese, l’aggravio ammonta a 216 euro. A ciò si aggiungono ulteriori 178,80 euro di spese indirette dovute all’aumento dei costi dei beni e dei servizi, il 86% dei quali richiede il trasporto su gomma. Complessivamente, si arriva a un totale di 349,80 euro di spese aggiuntive annue.
Il settore dei carburanti non è stato esente dai controlli delle autorità. La Guardia di Finanza ha intensificato i suoi sforzi per verificare la trasparenza dei prezzi del carburante, identificando violazioni in alcuni distributori di Padova e imponendo sanzioni significative.