Negli anni passati, le casalinghe hanno svolto un carico di lavoro considerevole, pur non avendo alcuna indipendenza economica. Questa disuguaglianza ha contribuito all’aumento di situazioni di violenza domestica. Tuttavia, finalmente, lo Stato ha riconosciuto l’importanza del ruolo svolto dalle casalinghe e ha messo in atto strumenti economici per sostenerle. Vediamo insieme di cosa si tratta.

Il bonus casalinghe: come funziona
Il Governo Meloni ha introdotto diversi strumenti di aiuto rivolti alle fasce reddituali più deboli in poco più di otto mesi. Le casalinghe, che svolgono un lavoro non retribuito, sono sicuramente tra coloro che possono beneficiarne. Vediamo di cosa si tratta e come ottenere il sostegno.

Requisiti per il bonus casalinghe
Il bonus casalinghe non è solo un bonus, ma una vera e propria pensione. Per ottenerla, una persona che non svolge un lavoro retribuito al di fuori della casa deve versare autonomamente i contributi. Saranno sufficienti solo 5 anni di contributi per avere diritto alla pensione, che potrà essere erogata a partire dai 57 anni. I contributi possono essere versati già a partire dai 16 anni di età.

Una casalinga può versare anche solo 25 euro al mese, ma per ricevere la pensione a 57 anni, l’assegno mensile, in base ai contributi versati, dovrà essere almeno pari all’importo dell’Assegno sociale maggiorato del 20%. Se l’assegno non raggiunge tale importo, la casalinga dovrà aspettare fino ai 65 anni per ricevere la pensione.

Nel caso in cui l’importo dell’assegno pensionistico per le casalinghe sia troppo basso, al compimento dei 67 anni, le casalinghe potranno fare richiesta all’INPS per ottenere l’assegno sociale. L’importo di quest’ultimo varia ogni anno: nel 2023 è pari a 503,27 euro ed è erogato per 13 mensilità. Per ricevere questa prestazione per intero, sono necessari i seguenti requisiti reddituali:

Reddito personale pari a zero
Reddito annuo del coniuge inferiore a 6.542,51 euro
Se tali soglie vengono superate, si può comunque avere diritto all’assegno sociale, ma solo in forma ridotta. Anche in questo caso, ci sono dei limiti: il reddito annuo personale della casalinga dovrà essere inferiore a 5.542,51 euro, mentre quello del coniuge dovrà essere inferiore a 13.085,00 euro. Coloro che superano questi limiti massimi non potranno beneficiare dell’assegno sociale. Tuttavia, se una casalinga ha un’invalidità riconosciuta pari o superiore al 74%, lo Stato le garantirà una pensione di invalidità civile che, nel 2023, ammonta a 313,00 euro al mese.