In un momento di crescenti difficoltà economiche per le famiglie italiane, la natalità nel paese sta registrando un preoccupante declino. Le giovani coppie sono sempre più riluttanti a concepire figli, temendo di non essere in grado di sostenere adeguatamente se stesse e la loro prole.
Al fine di affrontare questa situazione, il Governo Meloni ha presentato due nuove iniziative volte a fornire supporto e fiducia alle giovani famiglie italiane. La decisione di avere un figlio comporta l’impegno di garantirgli un’assistenza adeguata fino ai 20 o 26 anni, ma in queste condizioni economiche, molte famiglie faticano persino a pagare le bollette o il mutuo del mese in corso. Mentre le famiglie chiedono sempre più il Reddito di Base Universale come una vera garanzia di serenità per sé stessi e i propri figli, questa proposta è ancora in fase di discussione.
Tuttavia, il Governo ha intenzione di introdurre due nuovi bonus che potrebbero aiutare le famiglie che decidono di avere figli. Si tratta del Reddito di Infanzia per i bambini fino ai 6 anni e dell’Assegno di Gioventù per i giovani fino ai 25 anni. Entrambe le misure sono state presentate come parte della proposta di legge di Fratelli d’Italia e sono già state depositate alla Camera dei Deputati.
L’obiettivo di questi incentivi è contrastare il calo demografico in Italia e scoraggiare l’interruzione volontaria di gravidanza. Attualmente, l’unico sostegno finanziario per le famiglie con figli dipende dall’Assegno Unico e Universale.
L’Assegno Unico è erogato per i figli fino ai 21 anni, ma come è ben noto, è insufficiente per sostenere le famiglie, specialmente in queste dure condizioni economiche. Le due nuove misure presentate da Tommaso Foti, capogruppo di Montecitorio per Fratelli d’Italia, sono il Reddito di Infanzia e l’Assegno di Gioventù.
Secondo la proposta, sarà previsto un assegno mensile di 400 euro per i primi sei anni di vita del figlio. Inoltre, sarà disponibile un sostegno finanziario per l’istruzione con un assegno di 250 euro per ogni figlio tra i 7 e i 25 anni di età.
È possibile che siano previsti aumenti in caso di disabilità, fragilità o famiglie monogenitoriali.