“Il Piano Nazionale di protezione civile per i Campi Flegrei e’ in costante aggiornamento”. Cosi’ l’ufficio stampa del Dipartimento della Protezione Civile ha commentato all’AGI la pubblicazione di un recente studio a firma di ricercatori dell’University College London (Ucl) e dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), apparso su ‘Communications Earth and Environment’ di Nature, secondo il quale il susseguirsi degli episodi di sollevamento degli ultimi decenni ha causato un progressivo indebolimento nella crosta della caldera dei Campi Flegrei, rendendone maggiormente possibile la rottura nei prossimi anni. “Il Piano Nazionale di protezione civile per i Campi Flegrei – dichiara l’ufficio stampa – e’ articolato sul rischio vulcanico a cui e’ esposta l’area e, inevitabilmente, tiene conto di una serie di fenomenologie legate anche al rischio sismico.

Tale Piano, in costante aggiornamento, e’ frutto di un percorso condiviso, partecipato e caratterizzato, sin dal decreto del Capo Dipartimento del 2 febbraio 2015 in cui sono contenute le indicazioni alle componenti e alle strutture operative del Servizio Nazionale per l’aggiornamento delle pianificazioni di emergenza ai fini dell’evacuazione cautelativa della popolazione della zona rossa dell’area vesuviana, da un costante e imprescindibile rapporto con la comunita’ scientifica, la Regione Campania, gli Enti e le comunita’ locali. Consapevoli – aggiungono – pero’, che la pianificazione d’emergenza non e’ l’unica leva che consente di ridurre il rischio derivante dalla presenza di un vulcano nell’area, ci sono altre attivita’ che, con il coinvolgimento di diversi soggetti istituzionali, sono portate avanti con l’obbiettivo di aumentare la consapevolezza del rischio da parte della popolazione.

Le giornate formative nelle scuole, la diffusione e l’informazione ai cittadini sul Piano, le campagna di comunicazione sulle buone pratiche di protezione civile, per citarne alcune”.