L’indennità di accompagnamento è un’importante prestazione sociale che spetta alle persone con disabilità grave che necessitano di assistenza continuativa. Tuttavia, in molti casi, l’INPS può negare o limitare l’accesso a questa prestazione, il che rende necessario il ricorso ad un avvocato per far valere i propri diritti. Ma quanto costa un avvocato per un ricorso contro l’INPS per l’indennità di accompagnamento? Innanzitutto, è importante sapere che i costi per un ricorso di questo tipo sono di natura legale e processuale, e possono variare in base alla specifica situazione del richiedente e al tipo di assistenza legale richiesta.
Il primo costo fisso da considerare è il contributo unificato per l’apertura della procedura, che ha un valore di 43 euro. Inoltre, se si decide di avvalersi di un avvocato, è necessario pagare i suoi onorari professionali, che possono variare in base all’esperienza e alla specializzazione del professionista.
Tuttavia, esistono anche delle forme di agevolazione per coloro che hanno un reddito annuo basso. In particolare, il gratuito patrocinio viene applicato a coloro che hanno un reddito annuo inferiore o uguale a 11.746,68 euro, mentre l’esenzione delle spese è prevista per chi ha un reddito inferiore o uguale a 23.493,36 euro. In entrambi i casi, non è necessario pagare il contributo unificato.
Inoltre, se il reddito annuo è inferiore o uguale a 35.240,04 euro, non è richiesto il versamento del contributo universale.