Il caro prezzi è ormai una realtà che da diversi mesi sta pesando sulle tasche delle famiglie italiane. I dati diffusi dall’Istat sulla vendita al dettaglio a gennaio 2023 confermano che la situazione è tutt’altro che migliorata. Da un lato, infatti, si registra un aumento dell’acquisto di beni in valore del 6,2%, ma una riduzione del 2,4% in volume. In pratica, si è speso di più per comprare meno, un fenomeno che ha colpito in particolar modo il settore alimentare, con un aumento dell’esborso del 7,5% e una riduzione della quantità del 4,4% su base tendenziale.
Inoltre, le vendite in volume si sono ridotte del 6,3% rispetto a gennaio 2021, un trend che ha riguardato tutte le vendite al dettaglio. L’unica risalita è quella del valore delle vendite, cresciuto a causa dell’aumento dei prezzi. Questo fenomeno ha avuto un effetto immediato sull’atteggiamento dei consumatori, sempre più orientati verso le offerte dei discount alimentari, a discapito dei piccoli negozi di vicinato. Mentre la grande distribuzione ha registrato un aumento dell’8,2% delle vendite in valore, i supermercati hanno segnato un +7,3% e i discount alimentari un +10,1%.
Nonostante la crescita congiunturale di gennaio (+1,7% in valore e +1,2% in volume rispetto a dicembre), le associazioni dei consumatori si sono dichiarate molto preoccupate per la situazione. Il Codacons ha avvertito che “anche a gennaio le vendite registrano un crollo verticale in volume”, mentre l’Unione nazionale consumatori ha aggiunto che “gli italiani non hanno mai mangiato così poco”. Confcommercio, invece, ha sottolineato che la crescita congiunturale di gennaio ha solo permesso di attenuare la tendenza al ridimensionamento della domanda.





