La Cassazione, con le sue sentenze 5440 del 2023 e 7 ottobre 2022, n. 37922, ha stabilito che l’inserimento fraudolento di un coniuge separato o di un figlio detenuto nel nucleo familiare per ottenere una somma più alta di sussidio, è un reato che può comportare non solo la revoca del sussidio stesso, ma anche pene detentive. Inoltre, nascondere la presenza di un coniuge separato o di un figlio detenuto nel nucleo familiare è altrettanto punibile. Queste sentenze sono in linea con le sanzioni previste dalla legge che introduce il Reddito di Cittadinanza, in caso di dichiarazioni false o mendaci nella domanda per il sussidio. Due i casi trattati: un uomo che nel nucleo ha inserito la moglie da cui è separata e per cui si è preso una condanna di un anno e 4 mesi, e quello di una donna.

I giudici hanno sottolineato come la situazione matrimoniale, il status detentivo dei familiari e la loro presenza nel nucleo familiare siano parametri importanti per determinare la sussistenza dei requisiti per ottenere il Reddito di Cittadinanza e, quindi, siano rilevanti ai fini dell’Isee, l’indicatore che a sua volta determina la sussistenza o meno del requisito per ottenere il sussidio.

In sintesi, l’ottenimento del Reddito di Cittadinanza non è a nome del singolo richiedente, ma del nucleo familiare. Pertanto, è importante che le informazioni fornite nelle domande siano corrette e veritiere, al fine di evitare sanzioni penali e revoca del sussidio.