Nel paese di Caivano sorge un antico Santuario mariano più antico della diocesi di Aversa risalente al XV secolo come si legge in un epigrafe “Anno dni. Millo. cccc.° xviiij.° die. v.° Mensis. Martii xii.e Indictionis Regnante d.na nra Johana secunda et Jacopo de burbono nro principe tarantinorum hoc opus fieri fecit dnus renatio de magno severino. et iane cosentino. et cola de dominico. et tutte li altre benefacture. li quale hanno avuta parte: Deo gratias.” [Nell’anno del Signore 1419, nel quinto giorno del mese di marzo della XII indizione, regnante la signora nostra Giovanna seconda e Giacomo de Burbono nostro principe dei Tarantini, questa opera fece fare domino Renatoe de Magno Severino e Iane Cosentino e Cola de Dominico e tutti gli altri benefattori che hanno avuta parte: grazie a Dio.]. Secondo le cronache d’archivio da un antico testo ci perviene uno strano evento prodigioso.
“Nell’ anno 1483 una povera vedova di Caivano accendeva ogni sera una lampada davanti all’icona della Vergine affrescata nell’abside. Essendo stato commesso un omicidio presso la casa della donna, ne fu incolpato il suo unico figlio, condannato a morire sulla forca nel luogo stesso del delitto. La madre desolata ricorse alla Madonna e, mentre pregava, prostrata ai piedi della Sacra Immagine, questa staccò il capo dal muro, come tuttora si vede, quasi in segno di assenso alla preghiera; nello stesso tempo, mentre sulla piazza era pronto il patibolo per l’esecuzione capitale, un messo giunse con la grazia sovrana”.
Lo storico Lanna ci riferisce che nel corso degli anni il santuario fu più volte visitato da illustri personaggi: “… il De Nigris … nel Capitolo VIII aggiunge che «fra i Vescovi d’Aversa, che visitarono questa Immagine, spiccò sempre, e fino al presente spicca la divozione indicibile dell’Emin: Principe Cardinale Vescovo D. Innico Caracciolo, che nelle Visite, ch’è stato solito fare con gran zelo e rettitudine, pare che tutto il suo spirito abbia succhiato dalle mammelle di S. Maria di Campiglione; poiché oltre il celebrare con divozione fervida nell’altare di essa SS.ma Vergine, non si vedeva mai sazio di orare genuflesso senza appoggio dietro l’altare per più ore, e spesso di faccia a terra dinanzi questa S. Immagine».
Lo stesso Autore dopo avere accennato che furono a visitare Maria SS.ma di Campiglione Prelati, Vicarii Generali, e personaggi distinti, soggiunse: Sia gloria di essa SS.ma Vergine l’attestato, che ne fe l’Eminen: Cardinale Fra Vincenzo Orsini Arcivescovo di Benevento, che poi fu Benedetto XIII, che mosso dalla divozione di questa SS.ma Immagine fu a visitarla e celebrò con gran divozione la S. Messa all’altare della Vergine. Indi salì sopra l’altarino, vide e pose la mano dietro la Testa staccata, e colmo di stupore e lagrime di tenerezza calò. Ed assiso nell’altare maggiore fè un erudito e fervoroso panegirico su questo gran prodigio».
Dalle cronache dello storico Scherillo i Vescovi di Aversa si recavano ogni anno a celebrare la Messa in questa Chiesa la seconda domenica di Maggio, non mancò una visita fatta alla prodigiosa immagine della Vergine dal Re Ferdinando II nel 1852, accompagnato da un vero e proprio esercito di addirittura di 30.000 uomini. In tale occasione, accompagnato dal figlio, il futuro Re Francesco II, si recò a piedi nella Chiesa si prostrò in ginocchio davanti all’icona della Madonna.
Secondo lo storico Lanna dopo questa prima visita Re Ferdinando tornò due altre volte conducendo con lui anche la Regina ed i figli, l’ultimo molto piccolo e ch’Egli prendeva tra le braccia per fargli vedere la miracolosa Immagine. Per ricordo di queste visite furono collocati sulle vasche dell’acqua Santa i ritratti del Re e della Regina.
La Sacra Immagine attribuita a Colantonio Fiore, è rappresentata in piedi con le braccia aperte elevate in mezzo ai 12 Apostoli , La moltitudine dei miracoli operati dalla Santa Vergine e l’affluenza sempre crescente dei fedeli adoratori resero tanto celebre questo Santuario che nel 1805 il Capitolo Vaticano volle che fosse decorata con la corona di oro solita ad accordarsi alle Immagini più prodigiose.