Anche se il clima continua a regalare giornate quasi primaverili, l’autunno è ormai inoltrato e si avvicina l’inizio ufficiale della stagione termica 2025/2026. In tutta la Campania, come nel resto d’Italia, l’accensione dei riscaldamenti è regolata da precise norme che dipendono dalla fascia climatica di appartenenza dei Comuni.

Gran parte della regione – comprese le province di Napoli, Caserta e Salerno – rientra nella zona climatica C, dove sarà possibile accendere gli impianti a partire dal 15 novembre 2025 e fino al 31 marzo 2026, per un massimo di 10 ore giornaliere tra le 5:00 e le 23:00.
La temperatura massima consentita all’interno degli edifici è fissata a 20 gradi, con una tolleranza di 2 gradi.

Campania in zona climatica C: cosa significa

La suddivisione dei Comuni italiani in fasce climatiche è stabilita dal D.P.R. del 26 agosto 1993, che regola l’utilizzo degli impianti termici alimentati da combustibili fossili (come metano o gasolio).
La classificazione non si basa sulla posizione geografica, ma sulla temperatura media giornaliera registrata in inverno.

I Comuni in zona C, come gran parte della Campania, si caratterizzano per inverni miti e temperature non particolarmente rigide. Per questo motivo, la normativa consente un periodo di riscaldamento più breve rispetto alle aree del Nord Italia, che rientrano nelle fasce climatiche E e F.

Orari e limiti di temperatura

Nel periodo compreso tra il 15 novembre 2025 e il 31 marzo 2026, gli impianti potranno restare accesi per non più di 10 ore al giorno, da distribuire liberamente nella fascia oraria compresa tra le 5 del mattino e le 23.
Il limite di temperatura interna, imposto per motivi di risparmio energetico e sostenibilità ambientale, è fissato a 20°C, con una tolleranza massima di +2°C.

Gli stessi limiti si applicano a edifici pubblici, abitazioni private e strutture commerciali dotate di impianti centralizzati o autonomi.

Pompe di calore: nessun vincolo di orario

Le limitazioni sugli orari e le temperature non valgono per chi utilizza sistemi di riscaldamento elettrico o pompe di calore.
Questi impianti, infatti, non rientrano tra quelli alimentati da combustibili fossili e possono essere accesi liberamente, nel rispetto delle norme sul consumo energetico e sull’efficienza degli edifici.

Le pompe di calore rappresentano oggi una delle soluzioni più diffuse e sostenibili per il riscaldamento domestico, grazie all’alimentazione elettrica e alla possibilità di combinare il sistema con fonti rinnovabili, come il fotovoltaico.