I medici di famiglia della Campania scendono in piazza. Mercoledì si terrà un presidio di protesta davanti alla sede della Giunta regionale per manifestare contro la proposta di accordo integrativo regionale che, secondo molti professionisti, rischia di compromettere l’autonomia della categoria. A promuovere l’iniziativa sono le associazioni “Medici senza carriere” e #Noruolounico, che contestano in particolare la nuova organizzazione del lavoro introdotta dalla Convenzione nazionale della medicina generale.
Il “ruolo unico” al centro della protesta
Il nodo principale riguarda l’introduzione del cosiddetto “ruolo unico”, che elimina la distinzione tra medici di famiglia e medici di continuità assistenziale (ex guardia medica).
Con la nuova normativa, tutti i professionisti dovranno mettere a disposizione delle Asl un numero prefissato di ore settimanali, da svolgere in strutture indicate dall’azienda sanitaria.
Secondo i promotori della protesta, questa impostazione snatura il rapporto di lavoro dei medici di medicina generale e li trasforma di fatto in dipendenti senza tutele.
«La quasi totalità dei medici di medicina generale della Campania non ha aderito al ruolo unico», si legge in un comunicato di Medici senza carriere.
«Scioperare contro il ruolo unico significa ribadire il nostro rifiuto di un modello che vuole trasformarci in lavoratori subordinati, senza diritti come malattia, ferie o mezzi di lavoro garantiti».
Il rischio di una “concorrenza sleale” tra medici
Le associazioni di categoria denunciano anche il rischio di una concorrenza interna tra professionisti, derivante dall’apertura indiscriminata di nuovi studi in territori già coperti.
«Un contratto di questo tipo – spiegano – creerebbe squilibri tra i medici, costringendo molti a gestire un numero ridotto di pazienti e a garantire turni aggiuntivi nelle case di comunità e nei presidi di continuità assistenziale, anche di notte, nei festivi e prefestivi».
L’allarme anche dal Lazio: “Mancano 400 medici di famiglia”
La protesta campana trova eco anche in altre regioni. In Lazio, il Sindacato Medici Italiani (Smi) denuncia una grave carenza di personale nella medicina generale.
«Nel Lazio mancano circa 400 medici di famiglia», spiega Marina Pace, vice segretario regionale vicario dello Smi.
«Il territorio è in forte sofferenza e molti cittadini, soprattutto nelle aree periferiche, sono rimasti senza medico di riferimento».
Secondo Pace, la mancanza di personale sta aggravando l’affollamento dei pronto soccorso, mentre le zone carenti individuate dalla Regione non sono ancora state assegnate.
«Ad oggi non esiste un accordo regionale che definisca compiti, attività e integrazioni economiche per i medici di medicina generale – aggiunge – e questo vuoto organizzativo si traduce in un disservizio per i cittadini».





