Una donna di 80 anni è deceduta nei giorni scorsi dopo aver consumato funghi selvatici raccolti circa una settimana prima. La tragedia si è consumata a Ostuni, dove anche la figlia della vittima, 56 anni, è rimasta intossicata dopo aver mangiato gli stessi funghi.
L’intossicazione e il ricovero in ospedale
Secondo quanto ricostruito, l’anziana aveva iniziato ad avvertire un forte malessere alcuni giorni dopo il pasto. Si era recata al pronto soccorso dell’ospedale di Ostuni, dove aveva ricevuto le prime cure. Nonostante le raccomandazioni mediche, aveva scelto di tornare a casa. Le sue condizioni, però, sono rapidamente peggiorate fino al decesso.
La figlia, che aveva condiviso il pasto con la madre, è stata successivamente ricoverata nel reparto di Nefrologia ed Emodialisi dell’ospedale “Perrino” di Brindisi. Gli esami clinici hanno evidenziato un’intossicazione da funghi, con danni potenzialmente riconducibili a sostanze velenose presenti negli esemplari consumati.
Indagini in corso sulla tipologia dei funghi
L’ASL di Brindisi, in collaborazione con il Centro di controllo micologico, ha avviato le analisi per determinare la specie dei funghi e verificare la presenza di tossine pericolose per l’organismo. Gli accertamenti mirano a comprendere se si tratti di una varietà velenosa scambiata per un fungo commestibile, errore purtroppo non raro nel periodo autunnale.
L’allarme delle autorità sanitarie
Le autorità sanitarie locali ricordano l’importanza di far controllare sempre i funghi raccolti spontaneamente presso gli ispettorati micologici delle ASL prima del consumo. Ogni anno, infatti, si registrano decine di casi di intossicazione, talvolta con esiti fatali, dovuti al riconoscimento errato di specie altamente tossiche.





