A Napoli cresce la tensione attorno alla gestione dei cimiteri cittadini.
Da giugno 2024, infatti, è entrata in vigore una rigida applicazione del Regolamento di Polizia Mortuaria e dei Servizi Funebri Cimiteriali, approvato originariamente dal Comune con Delibera del 21 febbraio 2006 ma rimasto per anni in larga parte inapplicato.

L’improvvisa stretta normativa ha suscitato proteste diffuse tra i cittadini, poiché ha introdotto limitazioni significative al diritto di sepoltura nei sepolcri di famiglia, modificando consuetudini radicate da generazioni.

Esclusi generi e nuore: la norma che divide le famiglie

Secondo il regolamento, il diritto d’uso dei manufatti funebri è riservato esclusivamente al concessionario, al coniuge, agli ascendenti e discendenti in linea retta, fino al completo riempimento del sepolcro.
Restano quindi esclusi gli affini, come generi e nuore, una modifica che – pur prevista nel testo del 2006 – è stata applicata con rigore solo di recente.

La decisione ha di fatto negato a molti cittadini la possibilità di ricomporre le salme dei propri cari nello stesso sepolcro, una pratica tradizionale nella cultura partenopea, scatenando malcontento e casi di irregolarità.

Il rischio di un “mercato nero” delle sepolture

La nuova interpretazione della norma, denunciano diverse associazioni e cittadini, avrebbe prodotto un effetto paradossale: l’aumento delle pratiche illecite e delle speculazioni legate alla compravendita di loculi.
Molti, pur di garantire la sepoltura accanto ai propri familiari, sarebbero costretti a ricorrere a canali non ufficiali.
Una situazione che, secondo le accuse, sarebbe nota all’amministrazione comunale, ma ancora priva di interventi correttivi o di trasparenza.

Cimiteri nel degrado e fondi PNRR sotto osservazione

La gestione dei cimiteri napoletani, già segnata da anni di degrado e incuria, continua a suscitare preoccupazione.
Si registrano saccheggi e abusi nelle cappelle gentilizie e nei manufatti storici, mentre il crollo parziale del Cimitero Monumentale ha provocato la dispersione di resti umani e la perdita di identificazione di numerose salme.

Sotto la lente anche la destinazione dei fondi PNRR assegnati per la riqualificazione dei cimiteri.
In particolare, al Cimitero delle 366 fosse, edificio del 1750 progettato dall’architetto Ferdinando Fuga, sarebbero trasformati in loculi alcuni spazi di valore architettonico, compromettendo l’integrità storica del sito.

Appello alla trasparenza e al rispetto della memoria collettiva

I cittadini e le associazioni chiedono al Comune di Napoli chiarezza sulla gestione dei cimiteri, sulle autorizzazioni rilasciate e sulla destinazione dei fondi pubblici.
Il tema, sempre più delicato, tocca non solo il diritto alla sepoltura, ma anche la tutela della memoria storica e culturale della città, oggi minacciata da burocrazia, incuria e mancanza di controllo.