Un matrimonio celebrato con rito concordatario a Messina si è trasformato in un caso surreale. Dopo un anno di vita insieme, una coppia ha scoperto che, per lo Stato italiano, non era mai convolata a nozze.

Il matrimonio sullo Stretto

Loredana Mirci e Giuseppe D’Agostino si erano uniti in matrimonio nel santuario della Madonna di Montalto, affacciato sullo Stretto di Messina. La cerimonia, officiata da Don Lorenzo, era stata celebrata con tutti i crismi: scambio degli anelli, amici e parenti in festa, fotografie e riso lanciato sul sagrato.

Convinti di essere marito e moglie anche agli occhi dello Stato, i due avevano intrapreso la vita coniugale e, dopo circa un anno, avevano deciso di separarsi.

La scoperta inattesa

Durante l’avvio delle pratiche di separazione, la coppia ha però appreso che il loro matrimonio non esisteva nei registri civili. Il parroco, infatti, aveva dimenticato di compiere l’adempimento fondamentale che consente a un matrimonio religioso di produrre effetti civili: la trascrizione dell’atto di matrimonio presso l’ufficio dello stato civile.

Secondo la normativa italiana, il sacerdote ha cinque giorni di tempo dalla celebrazione per depositare l’atto. Nel caso di Loredana e Giuseppe, quell’obbligo non era rispettato e, a distanza di oltre un anno, i due risultavano ufficialmente non sposati.

Le conseguenze legali

La dimenticanza del parroco ha reso il matrimonio valido solo sul piano religioso ma privo di effetti civili. Di fatto, i due non sono mai stati marito e moglie per la legge italiana, con conseguenze immediate anche sulle pratiche di separazione e su eventuali diritti patrimoniali.

Il caso mette in evidenza l’importanza degli adempimenti burocratici nei matrimoni concordatari e apre interrogativi sulle responsabilità dei ministri di culto quando omissioni di questo tipo incidono sulla vita legale delle persone coinvolte.