Il Ministero israeliano per la diaspora e la lotta all’antisemitismo ha pubblicato un rapporto dettagliato sulle manifestazioni pro-Palestina in Italia, datato 21 settembre, alla vigilia dello sciopero generale per Gaza. Il documento analizza i cortei previsti in tutto il Paese, indicando coordinate e luoghi specifici, e ne valuta la potenziale pericolosità con un indice a tre livelli: basso (verde), medio (giallo) e alto (rosso).
Le città di Napoli, Roma, Milano e Venezia sono classificate con il livello di rischio massimo per gli interessi israeliani. In particolare, per Napoli, il giudizio si basa sull’ampio seguito online degli organizzatori locali, riconducibili alla pagina social Global Movement to Gaza Italia, considerata un indicatore di grande partecipazione.
La mobilitazione a Napoli
Secondo il rapporto, le manifestazioni avevano l’obiettivo di denunciare quello che gli organizzatori definiscono il genocidio a Gaza, con partecipanti provenienti sia dal Nord che dal Sud Italia. Tuttavia, la realtà dei fatti ha parzialmente smentito le previsioni: durante il corteo partito da piazza Mancini, a Napoli, non si sono registrati disordini.
Il documento israeliano sottolinea comunque che le mobilitazioni si configurano come atti di solidarietà con Gaza e il popolo palestinese, mirati a «resistere all’inazione del governo» e «cambiare la storia».





