Nel dibattito economico italiano torna l’ipotesi di una tredicesima 2026 detassata, misura che potrebbe sostenere il ceto medio e stimolare i consumi interni. Il governo sta valutando diverse opzioni di alleggerimento fiscale su straordinari, lavoro festivo e mensilità aggiuntive, tra cui la tredicesima.

La proposta di detassazione della tredicesima

L’idea non è nuova: già nel 2024 era stato introdotto il cosiddetto Bonus Natale da 100 euro, riconosciuto ai dipendenti (pubblici e privati) con reddito fino a 28.000 euro e almeno un figlio a carico. Quell’intervento, definito anche Bonus tredicesima, aveva carattere selettivo per limitare i costi per lo Stato.

L’ipotesi 2026, invece, potrebbe estendersi a una detassazione totale, ma il problema resta l’impatto sui conti pubblici: le tredicesime in Italia valgono circa 59,3 miliardi di euro, con un gettito fiscale di oltre 14,5 miliardi.

Il vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani ha commentato: «Vediamo che si può fare», lasciando intendere che la misura sarà oggetto di approfondimento politico ed economico.

Come recuperare il Bonus Natale 2024

Chi nel 2024 non ha ricevuto il Bonus Natale pur avendone diritto, può ancora ottenerlo tramite il modello 730.

La scadenza per l’invio della dichiarazione dei redditi è fissata al 30 settembre 2025.

Il bonus spettava ai lavoratori dipendenti con reddito annuo tra 8.500 e 28.000 euro e almeno un figlio a carico.

Molti lavoratori non lo hanno richiesto a dicembre per timore di non rientrare nei requisiti e doverlo restituire: in questi casi il 730 rappresenta la strada per recuperare i 100 euro.

Benefici e criticità della misura

Pro: più potere d’acquisto per i lavoratori, stimolo ai consumi, sostegno al ceto medio.

Contro: perdita di oltre 14 miliardi di gettito fiscale, che lo Stato dovrebbe compensare con nuove coperture.

La decisione definitiva arriverà nei prossimi mesi, ma la detassazione della tredicesima resta una delle misure più discusse in vista del 2026.