La Procura di Roma ha aperto un’indagine sul caso dei video intimi rubati a Stefano De Martino e alla sua fidanzata, sottratti dalle telecamere di sorveglianza installate nell’abitazione romana della giovane.

Dall’accesso abusivo al reato di revenge porn

Inizialmente l’inchiesta era avviata per accesso abusivo a sistema informatico. Dopo le prime verifiche, però, i magistrati hanno contestato anche il reato di revenge porn, con il fascicolo affidato al gruppo specializzato nei reati di genere.

L’ipotesi di accusa riguarda non solo chi ha diffuso i filmati in rete, ma anche gli utenti che li hanno rilanciati, commentati o condivisi su forum e chat, contribuendo così alla loro circolazione illecita.

La denuncia di Stefano De Martino

Il conduttore televisivo ha denunciato l’accaduto l’8 agosto 2025, dopo essere avvisato da un follower della presenza dei video online.
Il giorno successivo, De Martino e la compagna – che in quel momento si trovavano in vacanza in Costa Smeralda – si sono recati al commissariato di Porto Cervo per formalizzare la denuncia.

Nonostante l’intervento tempestivo del Garante della Privacy, le immagini erano già state scaricate e condivise da diversi utenti tramite piattaforme di messaggistica.

Una seconda denuncia e doppia inchiesta

Il 14 agosto, assistiti dagli avvocati Lorenzo Contrada e Angelo e Sergio Pisani, De Martino e la fidanzata hanno presentato una seconda denuncia.
Oltre alla Procura di Roma, che coordina l’indagine principale, è competente anche la Procura di Tempio Pausania per gli aspetti territoriali legati alla Sardegna.