Il quadro epidemiologico del Covid-19 continua a evolversi. Una nuova sottovariante, denominata Stratus (Xfg), appartenente alla famiglia di Omicron, si sta rapidamente diffondendo a livello mondiale e in Italia è già diventata la linea prevalente di contagio.

Origini e diffusione della variante Stratus

La sottovariante è stata individuata per la prima volta nella tarda primavera del 2025. La sua capacità di trasmissione ha portato l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’Ecdc (Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie) a inserirla tra le varianti “sotto monitoraggio”. Questa classificazione non implica una maggiore pericolosità clinica, ma segnala la necessità di osservare attentamente:

il tasso di trasmissione,

l’eventuale aumento della gravità della malattia,

la capacità di evadere la risposta immunitaria derivante da vaccini o infezioni pregresse.

Secondo il virologo Mauro Pistello, responsabile del laboratorio di Virologia dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Pisa, oltre la metà delle nuove infezioni in Italia è ormai attribuibile a Stratus. L’andamento rispecchia quello europeo, dove la variante ha superato il 60% delle sequenze analizzate, e quello globale, con oltre il 65% dei casi stimati a fine agosto 2025.

La diffusione di Stratus ha progressivamente soppiantato le altre linee di Omicron, confermandone la maggiore competitività.

Sintomi associati a Stratus

Il profilo clinico resta in gran parte simile a quello delle precedenti ondate, ma con alcune particolarità:

forte irritazione alla gola, spesso descritta come “gola a rasoio”,

raucedine marcata,

ritorno di sintomi meno comuni nelle ultime varianti, come anosmia (perdita dell’olfatto) e ageusia (perdita del gusto).

Accanto a queste peculiarità persistono i sintomi tipici del Covid-19:

febbre,

tosse secca,

stanchezza,

dolori muscolari diffusi.

Gravità e prevenzione

Al momento non emergono segnali di maggiore severità clinica rispetto alle precedenti varianti. Le autorità sanitarie ribadiscono che i vaccini anti-Covid restano un presidio fondamentale per prevenire le forme gravi della malattia.

Con l’arrivo dell’autunno, virologi come Fabrizio Pregliasco raccomandano cautela, soprattutto per anziani, immunodepressi e persone con patologie croniche, invitandoli a partecipare alla nuova campagna di richiami vaccinali.

Cosa fare in caso di sintomi

Gli esperti ricordano che, alla comparsa di disturbi compatibili con il Covid-19, è consigliato:

effettuare un test diagnostico per confermare o escludere l’infezione,

rispettare le regole di isolamento per ridurre il rischio di trasmissione.