Un’indagine coordinata dalla Procura di Brescia ha portato a una serie di arresti e al sequestro di quasi due milioni di euro, svelando un presunto intreccio tra crimine organizzato e figure insospettabili. Tra i coinvolti, spicca il nome di suor Anna Donelli, religiosa di 58 anni, accusata di concorso esterno in associazione mafiosa per il suo presunto ruolo di collegamento tra i membri di una cosca della ‘ndrangheta e i detenuti.
Il Ruolo di Suor Anna Donelli
Secondo l’ordinanza del gip di Brescia, suor Anna, nota per la sua attività di volontariato nelle carceri bresciane e a San Vittore, avrebbe sfruttato la sua posizione per trasmettere messaggi tra affiliati della ‘ndrangheta e detenuti, aiutandoli a pianificare strategie criminali e reazioni alle attività investigative.
Il capo della cosca, Stefano Tripodi, intercettato, avrebbe parlato di lei affermando: “Lei è una di noi”.
L’Operazione Antimafia
L’inchiesta, che ha coinvolto circa 30 persone arrestate, contesta una serie di reati gravi tra cui:
Rapina
Estorsione
Usura
Emissione di fatture false
Traffico di armi e droga
Voto di scambio
Le indagini hanno anche portato al sequestro di beni per quasi due milioni di euro, evidenziando l’ampia portata delle attività illecite del gruppo criminale.
Il Commento delle Autorità
L’operazione rappresenta un nuovo colpo alla criminalità organizzata in Lombardia, dove la ‘ndrangheta ha stabilito una presenza radicata. Il coinvolgimento di una figura religiosa come suor Anna Donelli solleva interrogativi sull’uso delle istituzioni carcerarie per scopi illeciti e sull’importanza di un monitoraggio attento delle attività di volontariato in contesti delicati.